Il retroscena. È ora di cena, l’odg contro l’accattonaggio può aspettare
Homepage - L’“emergenza sociale” e il problema che “chi non lo riconosce è in malafede”, sono stati cassati per decisione condivisa tra maggioranza e opposizione, perché incombeva l’ora di cena.
Arriva l’ora di cena e il Consiglio sospende: la discussione sull’ordinanza contro l’accattonaggio molesto viene rinviata. Una discussione che doveva sancire la vita o la morte dei viterbesi che, dicono coloro che sostengono l’ordine del giorno, “sono stanchi ed esasperati”. L’“emergenza sociale” e il problema che “chi non lo riconosce è in malafede”, sono stati quindi cassati perché incombeva l’ora di cena.
Dopo giorni di polemiche sui social, dopo il manifesto “Viterbo non è un albergo” e dopo la conferenza stampa di Chiara Frontini, maggioranza e opposizione martedì pomeriggio hanno deciso che era troppo tardi per discutere quello che era stato presentato come una questione di vita o di morte per la società civile viterbese.
Questo nonostante l’accordo tra maggioranza e opposizione infatti fosse quello di arrivare alla discussione di tutti i punti all’ordine del giorno concordati in conferenza dei capigruppo. Dopo il canile e un’altra rapida pratica, si doveva parlare appunto dell’accattonaggio molesto e dell’ordine del giorno presentato dal consigliere comunale Gianmaria Santucci e sostenuto a gran voce da Chiara Frontini.
Arrivati alle 19.40, quando si erano esauriti gli altri punti del giorno ed era arrivato il momento di parlare dell’emergenza sociale dell’accattonaggio sociale, destra e sinistra hanno però deciso di andare a cena. Nessuno ha chiesto, né a bassa né a gran voce, la discussione dell’ordinanza. Tutti hanno invece deciso di soprassedere nonostante in tanti avessero parlato di emergenza sociale, aggressioni e molestie ripetute nei confronti dei viterbesi.
Ed ora, con la sessione di bilancio in apertura giovedì 30 marzo, il rischio per i proponenti è quello di vedere la discussione rimandata ad aprile inoltrato, a meno che proprio domani non riescano a infilarla nell’ordine dei lavori.
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