Dal Tetraedro al Metropolitan Opera House di New York: la storia del bagnorese Andrea Fabi

Dal Tetraedro al Metropolitan Opera House di New York: la storia del bagnorese Andrea Fabi

Cultura - Andrea Fabi ha poco più di trent'anni ed è originario di Bagnoregio. Dopo anni di teatro a Viterbo e Roma con il Tetraedro e il Cut è partito in cerca di fortuna. La fortuna è poi arrivata: giovedì 5 novembre esordirà nel Teatro di opera più grande al mondo: il Metropolitan Opera House.

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“I sogni degli attori durano una stagione, poi passano: godiamocela finché c’è”. Andrea ha 32 anni, è di Bagnoregio, come foto copertina Facebook ha la foto di Civita innevata, nel suo curriculum fino a poco tempo fa c’erano lunghi anni al lavoro per il Cut di Viterbo e il Tetraedro, e da un anno sta vivendo un sogno. Andrea Fabi, attore, regista e docente di teatro, il prossimo giovedì solcherà il più grande e importante teatro di opera al mondo, quello del Metropolitan di New York, per esordire con Lulù di Berg. Una coproduzione tra Metropolitan Opera House, Dutch National Opera di Amsterdam e English National Opera di Londra.

La sua nuova vita però inizia da Bruxelles. Come tanti giovani italiani Andrea ha deciso di andarsene dall’Italia “più che per lavorare, per guadagnare” perché quel che mancava non era il lavoro, ma il denaro. Sempre poco e precario nel nostro paese, ancor di più se si tratta di cultura e di teatro. Così dopo anni in cui ha solcato palchi, strade e piazze della provincia di Viterbo e di Roma Andrea Fabi ha deciso di andarsene in Belgio. “Non conoscevo una parola di francese – ci ha spiegato – e così mi sono iscritto alla scuola di teatro Lassad, tornando a fare lo studente alla veneranda età di 27 anni”. Due anni di scuola che hanno fruttato l’incontro che ad oggi sembra avergli cambiato la vita. “È arrivato a Bruxelles per un workshop l’artista sudafricano William Kentridge”. Lì Fabi ha conosciuto il disegnatore, sculture e regista Kentridge, che poco tempo dopo l’incontro si è ricordato di lui, della sua figura snella e slanciata e lo ha chiamato per quattro giorni di prove in Sudafrica.

“Ero abituato ad essere chiamato da Roma a L’Aquila per essere pagato 50€ in nero – scherza amaramente Andrea Fabi – così ho detto subito sì e sono volato a Johannesburg”. Lì è nata la collaborazione con Kentridge, che dopo il suo grande successo al Metropolitan con The Nose, era stato incaricato di realizzare un’altra opera scegliendo poi Lulù di Alban Berg.

“Prima non avevo mai fatto un’opera – ci racconta ancora Fabi – però Kentridge cercava un attore e non un cantante, che insieme ad un’attrice fungesse da legame tra le varie parti dello spettacolo. E così sono in scena circa un paio d’ore (su 4 totali, ndr) ed è tanto. Insieme a questa attrice facciamo un lavoro fisico astratto, come se fossimo delle sculture animate, ma che stanno fisicamente in scena. Dobbiamo legare le scene bidimensionali delle proiezioni con ciò che accade sul palco. Detto così – dice – suona male, ma all’atto pratico è davvero bello”. Un ruolo non previsto dal copione ed inserito nel programma da William Kentridge e infatti “dovevamo inventarcelo insieme e Kentridge mi ha lasciato improvvisare”.

Ma il bello non è solo questo. Il bello è anche che la co-produzione prevede che l’opera vada in scena nei tre teatri che l’hanno prodotta, ma con tre prodotti differenti, anche se simili. Quindi insieme a New York anche ad Amsterdam e a Londra. In ogni posto il cast cambia quasi interamente. Come se fosse un format da riempire in ogni teatro con degli elementi diversi. A rimanere invariata di fatto è solo la scenografia e l’idea di fondo. Per il resto cambia tutto o quasi, compresi gli attori scelti con un nuovo casting.

Tutti tranne Andrea Fabi e pochi altri, perché scelti direttamente da Kentridge. È così che prima di arrivare a New York nel giugno scorso Andrea ha esordito ad Amsterdam con la produzione olandese dell’Opera di Berg. “Ho recitato la prima assoluta di fronte alla regina dei Paesi Bassi”, racconta ancora Andrea dell’esperienza ad Amsterdam dove sono state messe in scena 8 repliche, quasi tutte con il tutto esaurito. Le prove a New York sono iniziate il 13 ottobre e la prima è prevista per il 5 novembre. Lulù rimarrà in programma fino al 3 dicembre, prima che il baraccone prenda e parta per Londra dove Andrea Fabi si trasferirà per l’esordio previsto per il prossimo ottobre.

Un sogno che Andrea sembra non prendere con troppa pesantezza, riuscendo a viverselo con una mix di serenità, umiltà ed emozione. “C’è un po’ di tensione, perché quella c’è sempre prima di andare in scena, un po’ perché c’è un palco così importante e ho un timore reverenziale nei confronti del Teatro che è davvero enorme (la capienza è di più di 3.000 posti, ndr). Così grande che sembra quasi di stare all’aperto, un po’ perché finché non salirò sul palco non saprò quale alchimia mi legherà al pubblico. Ma soprattutto per me è una grande gioia perché chi fa questo lavoro lo fa per salire su un palco e riuscire a far qualcosa di bello e quando si crea quell’alchimia è fantastico. Io aspetto di vedere se si verificherà. Incrociamo le dita”.

Andrea comunque rimane con i piedi per terra. Ha fatto e probabilmente farà, dice, ancora tanti lavoretti per arrivare alla fine del mese, anche se questa occasione gli regala una nuova consapevolezza. “Arrivando qui ho capito che questo lavoro si può fare anche con dignità, e questa è una grande soddisfazione perché arriva dopo tante difficoltà”. Insomma, un sogno, anche se “i sogni degli attori, l’ho scritto anche su Facebook – conclude – durano una stagione poi passano: godiamocela finché c’è”.

 

Alcuni momenti dello spettacolo andato in scena ad Amsterdam, dal video realizzato dal Dutch National Opera.

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