Arrestato il leader di Casapound Cimini: accusato di aver condotto l’aggressione a Paolo

Arrestato il leader di Casapound Cimini: accusato di aver condotto l’aggressione a Paolo

Homepage - La Procura spiega l'arresto di Jacopo Polidori, il trentenne leader di CasaPound Cimini accusato di aver guidato un gruppo di giovanissimi all'aggressione di Paolo. Paolo è il ragazzo aggredito, presume la Procura, per aver condiviso su Facebook un post ironico sullo stesso movimento politico di estrema destra.

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La Procura spiega l’arresto di Jacopo Polidori, il trentenne leader di CasaPound Cimini accusato di aver guidato un gruppo di giovanissimi all’aggressione di Paolo. Paolo è il ragazzo aggredito, presume la Procura, per aver condiviso su Facebook un post ironico sullo stesso movimento politico di estrema destra.

“Il ragazzo – scrive il Pm Paolo Auriemma – in particolare, nella notte, era stato atteso fuori da una pizzeria da circa 15 persone che lo avevano fermato. Il giovane aveva tentato di fuggire ma era stato inseguito da alcuni aggressori che lo avevano raggiunto. Bloccato e colpito prima con un pugno sul naso e poi con cinghiate alla schiena. La vittima ha riportato lesioni personali giudicate guaribili, allo stato, in 30 giorni (tra cui frattura delle ossa nasali, frattura dell’incisivo inferiore sinistro, escoriazioni sul dorso)”.

Auriemma parla “di una vera e propria azione punitiva, nel corso della quale gli aggressori hanno ripetutamente intimato alla persona offesa di astenersi, in futuro, dall’offendere in qualsiasi modo il loro movimento politico”.

Polidori è accusato da Auriemma di aver preso parte all’aggressione e “di aver ripetutamente percosso con la cinghia la vittima, dopo che era stata colpita violentemente al naso. Il ragazzo già sanguinava copiosamente, mentre veniva colpito a colpi di cinta da Polidori”. Polidori sarebbe stato “leader del gruppo” di cui avrebbero fatto parte molti minorenni. “Polidori, quasi trentenne, che riveste il ruolo di presidente della sede di Vallerano del movimento Casapound, è stato con ogni probabilità il leader del gruppo”.

Jacopo Polidori si trova ora in custodia cautelare agli arresti domiciliari.

 

Il Comunicato integrale

In data odierna il reparto operativo, nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Viterbo ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip di Viterbo Savina Poli, nei confronti di Jacopo Polidori, su richiesta di questo ufficio. I fatti contestati riguardano l’aggressione subita da un giovane a Vignanello, l’11 febbraio scorso.

Il ragazzo, in particolare, nella notte, era stato atteso fuori da una pizzeria da circa 15 persone che lo avevano fermato. Il giovane aveva tentato di fuggire ma era stato inseguito da alcuni aggressori che lo avevano raggiunto. Bloccato e colpito prima con un pugno sul naso e poi con cinghiate alla schiena. La vittima ha riportato lesioni personali giudicate guaribili, allo stato, in 30 giorni (tra cui frattura delle ossa nasali, frattura dell’incisivo inferiore sinistro, escoriazioni sul dorso).

L’aggressione è stata determinata dal fatto che la vittima, nei giorni precedenti, aveva condiviso su Facebook un commento satirico riguardante il movimento politico Casapound, di cui gli aggressori fanno parte. Si è pertanto trattato, da quanto è emerso allo stato delle indagini, di una vera e propria azione punitiva, nel corso della quale gli aggressori hanno ripetutamente intimato alla persona offesa di astenersi, in futuro, dall’offendere in qualsiasi modo il loro movimento politico.

Polidori, in particolare, è accusato di aver preso parte all’aggressione e, in particolare, di aver ripetutamente percosso con la cinghia la vittima, dopo che era stata colpita violentemente al naso. Il ragazzo già sanguinava copiosamente, mentre veniva colpito a colpi di cinta da Polidori. Deve sottolinearsi come molti dei partecipanti all’aggressione siano minorenni. Polidori, quasi trentenne, che riveste il ruolo di presidente della sede di Vallerano del movimento Casapound, è stato con ogni probabilità il leader del gruppo.

Deve anche segnalarsi come le indagini effettuate dalla polizia giudiziari su delega di questo ufficio si siano rivelate particolarmente difficoltose, a causa dello stato di forte timore e apprensione che l’azione – per la sua determinazione, per il numero degli autori, per la connotazione violenta e punitiva, per le circostanze in cui si è svolta (di notte ma su una strada pubblica, davanti a numerosi presenti, con ostentata sfrontatezza) – ha ingenerato nella vittima e nei testimoni dell’accaduto, che hanno concordemente riferito di temere nuove azioni di carattere ritorsivo.

Le suddette condizioni hanno certamente influito negativamente sulla libera determinazione delle persone chiamate a rendere dichiarazioni in quanto presenti ai fatti (tutti, peraltro, di giovanissima età).

Paolo Auriemma
Procuratore della Repubblica

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