Martedì 3 novembre si festeggiano i patroni Valentino e Ilario: ecco chi erano e perché sono stati uccisi

Martedì 3 novembre si festeggiano i patroni Valentino e Ilario: ecco chi erano e perché sono stati uccisi

Homepage - Una storia, la loro, che è poco conosciuta e la ricorrenza poco festeggiata dai fedeli viterbesi. Valentino e Ilario sono considerati due martiri dalla Chiesa Cattolica per la loro morte nel 303.

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Martedì 3 novembre è la festa di san Valentino e sant’Ilario, i patroni di Viterbo. Una storia, la loro, che è poco conosciuta e la ricorrenza poco festeggiata dai fedeli viterbesi. Valentino e Ilario sono considerati due martiri dalla Chiesa Cattolica per la loro morte nel 303. Secondo la tradizione avrebbero convertito la zona al Cristianesimo.

Valentino e Ilario erano rispettivamente un prete e un diacono e sarebbero morti durante la persecuzione di Diocleziano, l’ultima e tra le più grandi persecuzioni nei confronti dei cristiani. Poco dopo, nel 313 i due Augusti dell’impero romano, Costantino per l’Occidente e Licinio per l’Oriente, emisero infatti un editto per concedere a tutti i cittadini, e quindi anche ai cristiani, la libertà di onorare le proprie divinità.

La loro morte sarebbe avvenuto ad un paio di chilometri dalle attuali mura di Viterbo, vicino ad un ponte romano chiamato Camillario, vicino a un’antica edicola dedicata proprio ai due santi. Un articolo della rivista 30giorni del 1998 scritto da Stefano Falasca, riporta le parole di mons. Salvatore Del Ciuco che racconta della storia dei due martiri. Viterbo ancora non esisteva, ma esisteva un “centro fiorente attraversato dalla via Cassia in prossimità dei Bagni che rappresentava uno snodo stradale di grande importanza e che per le sue acque attraeva la migliore società romana. Fu in mezzo a questa gente che agli inizi del IV secolo Valentino sacerdote e Ilario diacono si fermarono a predicare il Vangelo”. Valentino e Ilario, diceva Del Ciuco, erano di nobile stirpe e venivano dall’Oriente. Furono “condannati alla decapitazione per essersi rifiutati di sacrificare al dio Ercole”. Le loro reliquie furono spostate nel 9° secolo nell’Abbazia di Farfa e poi nel 1303, a mille anni dalla loro scomparsa, portate a Viterbo dove ora sono custodite.

Per celebrare questa giornata, ogni anno la chiesa di Villanova organizza l’Itinerario della Fede con una visita all’edicola. Per le info cliccate qui. Il sito purtroppo però risulta essere quasi abbandonato come ha raccontato a La Fune Manuel Gabrielli di Decarta. La sua storia potete leggerla qui.

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