Internet e i social dell’ignoranza

Internet e i social dell’ignoranza

L'Eretico - L’evoluzione tecnologica che ha prodotto i social network ci ha proiettati in un mondo iper-connesso. Purtroppo queste tecnologie, se non supportate da una forte presa di coscienza e conoscenza, possono generare dei mostri.

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Internet e social network sono delle piattaforme in cui circolano milioni di informazioni. Informazioni talvolta difficili da interpretare se non si hanno conoscenze pregresse. Informazioni di cui non si riesce a reperire la fonte, al fine di verificarne la fondatezza.

Il rischio è che le fake news prendano il sopravvento e che non si abbiano le conoscenze fondamentali e gli strumenti  per analizzare e capire le informazioni, distinguendo il vero dal falso. L’utente medio è poco preparato culturalmente e sempre più pigro. Piuttosto che verificare la fondatezza di una notizia, che costa fatica, la si prende per buona.

È così che si diffonde l’ignoranza sul web. Ignoranza che genera ignoranza.  Il livello culturale della società si sta abbassando. I social network hanno permesso a tutti (ma proprio a tutti) di dire la propria. Così chi è più ignorante parla e dice la sua su tutto, proprio perché è così ignorante da non capire di non capire.

Schiere e schiere di tuttologi con la terza media.  È così che ci stiamo proiettando in una stagione di moderna decadenza. Sembra un nuovo Medioevo, solo più tecnologico. Terrapiattisti, No Vax,  sostenitori della veridicità dei Protocolli dei Savi di Sion, e chi più ne ha più ne metta. Se venti anni fa qualcuno avesse provato a dire che la terra è piatta o che i bambini non vanno vaccinati sarebbe stato messo alla gogna e umiliato pubblicamente. Invece oggi qualsiasi idiozia, sparata nel web, trova legittimazione e cittadinanza. Ci sarà sempre un idiota ancora più idiota pronto a dire la sua. A sostenere tutto e il contrario di tutto.

Ma la cosa che fa veramente paura è che, mentre esiste una massa informe di utenti del web, pigri, drogati di social, carne da macello pronta a credere a ogni bufala,  dall’ altra esistono dei gruppi organizzati che diffondono fake news in maniera scientifica per trarne profitto economico o, cosa ancora più grave,  vantaggi in termini di consenso politico.

L’ auspicio è che il Legislatore intervenga pesantemente per normare l’utilizzo doloso di informazioni volutamente sbagliate e/o diffamatorie sul web e sui social network affinché la società reale non diventi lo specchio dello schifo che è diventata quella virtuale.

 

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