Il Parco dei Mostri conquista la nota rivista Traveller e il blog americano Atlas Obscura

Il Parco dei Mostri conquista la nota rivista Traveller e il blog americano Atlas Obscura

Homepage - Parco dei Mostri caput mundi, almeno per riviste e blog turistiche. Negli ultimi tempi ne hanno parlato Traveller e il portale americano Atlas Obscura, che racconta storie e luoghi curiosi del mondo.

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Nel cuore della Tuscia c’è un posto, tanto strano quanto affascinante, che piace al mondo. Negli ultimi mesi abbiamo avuto modo di “intercettarlo” su importanti riviste per appassionati di viaggi come Traveller e sul portale americano Atlas Obscura, che racconta storie e luoghi curiosi del mondo.

Sono passati da queste parti, rimanendo profondamente colpiti intellettuali e artisti come Goethe, Salvador Dalì, Mario Praz e Maurizio Calvesi. Lo chiamano ‘Il Sacro bosco’ o anche ‘Parco dei Mostri’ di Bomarzo.

“Un sentiero segreto sale dalle sfingi all’ingresso, seminascoste all’ombra di secolari alberi, al tempietto dello zodiaco. Un sentiero disarticolato, solitario e luminoso, che guida fino all’apogeo del parco, incontrando via via Proteo (che però è anche un po’ Glauco, il pescatore tramutato in pesce), Ercole che squarcia il gigante Caco, il Mausoleo, la Tartaruga, la Donna e la Balena, Pegaso, il Ninfeo, Venere in conciglia, il Grande Teatro, la Casa Pendente come squassata da un terremoto emozionale, Nettuno, Nife la ninfa dormiente, Cerere, l’Elefante, il Drago, l’Orco (o Mascherone) che ulula “ogni pensiero vola”, il Vaso Gigante, l’Ariete, Proserpina, Furia ed Echidna e i suoi leoni. Che altro sono se non enigmi, o sciarade o epifanie di un narratum mitologico di cui si è persa traccia o una memoria che sta ancora galleggiando nell’inconscio collettivo?”, scrive Monica Tappa su Traveller.

Sul perché Vicino Orsini, signore di Bomarzo e condottiero di ventura, commissionò, nel 1552, un progetto così bizzarro e misterioso non ci sono risposte. A realizzare il tutto l’architetto Pirro Ligorio, successore di Michelangelo nella fabbrica di San Pietro. Semplice divertimento? Esibizione dell’arte? Percorso esoterico? Qui è tutto un mistero.

 

Il servizio su Atlas Obscura

Scienziati storici e filologi hanno fatto parecchi tentativi di spiegare il labirinto di simboli, e hanno trovato temi antichi e motivi della letteratura rinascimentale, per esempio del Canzoniere di Francesco Petrarca, dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto e dei poemi Amadigi e Floridante di Bernardo Tasso (in quest’ultimo compare ad esempio un dragone d’acciaio con una stanza all’interno, e dalla cui bocca uscivano amazzoni a cavallo).

Sono rimasti, però, talmente tanti misteri che uno schema interpretativo universale, alla fine, forse non potrebbe essere trovato; su un pilastro, però, compare la possibile iscrizione-chiave “Sol per sfogare il core”. John Shearman, che cita più volte il parco nel suo Mannerism, parla di “incredibili, piacevoli e soprattutto manifeste finzioni – prodotti d’evasione artistica e letteraria”. Nel 1585, dopo la morte dell’ultimo principe Orsini, il parco fu abbandonato e nella seconda metà del Novecento fu restaurato dalla coppia Giancarlo e Tina Severi Bettini, i quali sono sepolti nel tempietto interno al parco, che forse è anche il sepolcro di Giulia Farnese. Moglie di Vicino a cui questo capolavoro assurdo venne dedicato.

Foto Fisioterapy Center

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