Dillo con un fiore- Fiori desueti, scopriamo la bellezza del Lilium

Dillo con un fiore- Fiori desueti, scopriamo la bellezza del Lilium

Homepage - Torna l'appuntamento della domenica con "Dillo con un fiore" della fiorista Federica Salomoni che nella sua Officina dei Fiori coltiva bellezza. Oggi parliamo di fiori desueti, quelli che forse non si usano molto, i lilium

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di Federica Salomoni

 

“Federica ma questi fiori bianchi sono bellissimi”

“Sono dei lilium signora!”

Ricordate i magnifici fiori un po’ “superati” di qualche settimana fa? La scena si è ripresentata anche oggi “riprendiamo il discorso interrotto” mi sono detta.

Amici di “Dillo con un fiore” quanto mi siete mancati i miei amati fiori mi hanno portata lontana da questa rubrica della domenica ma ora eccomi qui. Lilium dunque.

Fiore noto ai più, soprattutto a signore agée come me e un po’ di più, è, poverino legato alla tradizione funebre e cimiteriale per la sua bellezza e la lunga resistenza. Negli ultimi anni, vuoi per un nuovo modo, più contemporaneo di arrangiare i fiori vuoi per le nuove varietà che sono prive del profumo pungente del giglio, come volgarmente viene chiamato, che non piace a tutti trova largo impiego in composizioni o in vaso in casa.

Originario della Siria e della Palestina giunge nell’antichità in Grecia attraverso l’Armenia e la Frigia per poi arrivare in Italia. Il suo nome pare derivare dal greco leiros che significa gracile, molle o forse da leios liscio, c’è chi dice che debba il suo nome alla parola celtica li che significa bianco ma la sua nascita ci spinge verso il persiano laleh.

Plinio, nel I secolo d.C. nella sua Historia naturalis ne scrive così “è il fiore più vicino alla rosa per rinomanza e per l’affinità del profumo e dell’olio che se ne ricava, detto lilino […]”

La simbologia del lilium sin dagli albori è legata alla fecondità per la sua straordinaria capacità di riproduzione. Considerato il fiore sacro nei culti femminili ne troviamo traccia anche nell’arte micenea in anelli raffiguranti scene liturgiche di donne che portano il fiore in mano o su una fruttiera del palazzo di Festos nella stilizzazione di una danza nota come “danza del giglio”.

Come simbolo di castità e purezza è presente nell’iconologia di Sant’Antonio da Padova, riconoscibile proprio dal fiore di lilium che lo accompagna; è anche simbolo della passione di Cristo sulla croce e della rinascita nella Pasqua cristiana e potrei continuare così per pagine e pagine a raccontarvi quanto questo fiore sia stato popolare anche nell’immaginario collettivo al punto da finire in un detto talmente noto, “candido come un giglio”, che usiamo ancora oggi.

Anche di lilium esistono moltissime varietà e colori. I miei preferiti sono i Longiflorum, semplici lilium a campana bianco a fiore singolo – di norma un ramo di lilium porta numerosi boccioli.

Trovo che i “longi” – così li chiamiamo nell’ambiente – siano perfetti in una composizione verticale minimal ed essenziale con i fiori ancora completamente chiusi, sembrano dei baccelli, messi in modo parallelo in mezzo a dai rami di cornus verde, in pochi giorni aprendosi sarà un accostamento molto elegante e tutto sommato cheap ma super chic.

Recentemente, sto giusto guardando gli ultimi in una composizione vegetativa molto naturale con i rami di pesco fioriti costruita in verticale seguendo la naturale curvatura dei rami e dei fiori come fossero stati appena raccolti in giardino, ho scoperto la varietà Rosalily: un lilium ricco di petali a fiore doppio una vera gioia per gli occhi. Thalita è il nome del lilium rosa acceso che sto guardando ora, la settimana prossima arriva Aisha in bianco e non vedo l’ora.

Non esistono fiori desueti o antichi o fuori moda o da cimitero esiste solo il modo in cui essi vengono proposti, arrangiati e poi si dice che la bellezza stia negli occhi di chi guarda.

 

 

Foto Fisioterapy Center

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