Di Tuscia e di più, benvenuti a Sant’Angelo il paese delle fiabe

Di Tuscia e di più, benvenuti a Sant’Angelo il paese delle fiabe

Di Tuscia e di più - Sant'Angelo è un piccolo puntino sulla carta geografica, un piccolo angolo in terra di Tuscia. Sant'Angelo è diventato il paese delle fiabe grazie ad un ambizioso progetto. Le case diventano le pagine di un libro, il libro delle fiabe che da piccoli ci hanno fatto compagnia. Conosciamolo insieme.

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SANT’ANGELO- Era il giugno 2017 quando un incendio colpì le campagne tra Sant’Angelo e Roccalvecce, due frazioni di Viterbo. Le fiamme lambirono soprattutto il piccolo centro abitato di Sant’Angelo e la popolazione fu costretta ad evacuare: dalle foto dei giornali li si vedeva tutti in fila con soltanto le poche cose necessarie.

L’immagine di quei 150 sfollati di un paese che rischiava di spopolarsi definitivamente diede la spinta a Gianluca Chiovelli a dar vita a quel progetto che già da diverso tempo gli frullava in testa: far rivivere Sant’Angelo attraverso un percorso artistico che avesse come filo conduttore il mondo delle fiabe, un immaginario collettivo che appartiene all’umanità sin dalla notte dei tempi.

Un sogno ambizioso che prevede la realizzazione di 40 murales e oltre 10 installazioni artistiche: la prima opera è stata portata a termine già a fine 2017 con il murales I bambini scoprono la fiaba di Alice. Ma subito l’operazione economica è andata in perdita: eh sì, perché al momento il progetto è interamente autofinanziato tramite donazioni all’ACAS (Associazione Culturale Arte e Spettacolo) di cui Chiovelli è il presidente.

Malgrado la scarsità di fondi, ad oggi sono stati comunque realizzati cinque murales (Alice, Il Piccolo Principe, Le Fate di Avalon, La piccola fiammiferaia e, il più recente, Hänsel e Gretel) e alcune installazioni artistiche (La fiaba del passato di Daniela Lai e quelle ispirate a Pinocchio firmate da un artista che ha scelto un nome di fantasia). Un altro murales, stavolta ispirato a Don Chisciotte, sarà realizzato entro la fine di ottobre.

Lo scopo di questo ingente investimento di risorse, energie ed entusiasmo è quello di permettere a Sant’Angelo di sopravvivere, a dispetto dello scorrere del tempo, della modernità che ci vuole tutti concentrati nelle città dove ci sono più servizi, di amministrazioni distratte e lontane non solo geograficamente (Sant’Angelo è situata nelle campagne della Teverina a quasi 18 km da Viterbo): nulla di nuovo verrà costruito, l’intento è di valorizzare quello che c’è già per portare il territorio all’attenzione prima di tutto delle realtà circostanti e, perché no, anche dei turisti.

Difficile a credersi, ma anche molti viterbesi non hanno mai messo piede a Sant’Angelo. Sembrerebbe quasi un posto dimenticato da Dio e dagli uomini se non fosse che ogni tanto qualcuno esce dalle case e si mette a chiacchierare nella piccola piazza del paese con l’unico bar esistente o davanti alla piccola chiesa di San Michele Arcangelo con qualche bambino che scorrazza qua e là. C’è qualcuno che si mette a pulire le verdure davanti alla propria abitazione, a pochi centimetri dal murales della piccola fiammiferaia creando, così, un’immagine complessiva davvero bislacca. Oppure c’è la signora che mi vede passare con lo smartphone in mano e grida alla vicina “Oh! So’ venuti a fa’ le foto a le murale!!!”

C’è voglia di vivere a Sant’Angelo, altro che città che muoiono e paesi fantasma… Una signora è addirittura pronta ad aprire un b&b, mi confessa.

Questo paese è strano: si percepisce la lotta a colpi di colore tra l’abbandono e la voglia di riscatto: da un lato l’infisso in alluminio color bronzo, dall’altro un’abitazione reale trasformata in quella di marzapane della strega di Hänsel e Gretel.

Ma la fiaba più bella, ancora tutta da raccontare, è proprio quella di Sant’Angelo, che non aspetta il lieto fine perché sa che questo sogno è infinito e vuole essere eterno.

Foto Fisioterapy Center

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