Alfio Pannega, l’ultimo viterbese vero

Alfio Pannega, l’ultimo viterbese vero

Homepage - Il 21 settembre avrebbe compiuto novant'anni. Alfio Pannega è forse l'ultimo viterbese vero, nel senso di persona autentica e testimone di una città cambiata tantissimo negli ultimi decenni. Riproponiamo il ricordo dei suoi amici dell'associazione 'Respirare'.

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Il 21 settembre avrebbe compiuto 90 anni. Alfio Pannega, l’ultimo viterbese autentico, è ancora vivo nel ricordo dei suoi amici e di molta gente.

I ragazzi dell’associazione ‘Respirare’, di cui faceva parte lo stesso Alfio, lo hanno ricordato con un intervento pubblico.

“Con Alfio Pannega- scrivono – abbiamo fondato il comitato e condotto la lotta che salvò la preziosa area termale del Bullicame, un bene naturalistico, storico e terapeutico di immenso valore, che uno scellerato e dissennato progetto mega-aeroportuale avrebbe devastato per sempre.

Con Alfio Pannega abbiamo condiviso esperienze e riflessioni, momenti di convivialità e iniziative di lotta per la pace, la giustizia sociale, la difesa della natura, i diritti di tutti gli esseri umani.
Da Alfio Pannega abbiamo ricevuto il dono della sua profonda saggezza e sottile sapienza, della sua generosa ospitalità, della sua incondizionata bontà, della sua capacità di ascolto e di accudimento, del suo incitamento costante ai degni pensieri e alle opere buone attraverso l’esempio.

In Alfio Pannega abbiamo trovato un compagno e un maestro, un testimone e un esempio di antifascismo e di nonviolenza.
Fedeli alla memoria di Alfio Pannega continuiamo la lotta contro ogni oppressione, contro ogni menzogna, contro ogni violenza; continuiamo la lotta per il bene comune; continuiamo la lotta per la libertà, l’eguaglianza di diritti e la fraternità e solidarietà fra tutti gli esseri umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per non lasciar distruggere il mondo vivente e gli esseri viventi tutti”.
Una breve nota su Alfio Pannega

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta’ si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina.

A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l’Ariosto, ma fu lavorando “in mezzo ai butteri della Tolfa” che si appassiono’ vieppiu’ di poesia e fiorì come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza.

La raccontava lui stesso nell’intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell’improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta’, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attività artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell’ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara’ fino alla fine della vita.

Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E’ deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.

Alcuni testi commemorativi sono stati più volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”, ad esempio negli “Archivi della nonviolenza in cammino” nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei “Telegrammi della nonviolenza in cammino” n. 265 ed ancora i “Telegrammi della nonviolenza in cammino” nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622, 1623, 1624, 1763, 1971, 2108, i fascicoli di “Coi piedi per terra” n. 546 e 548-552, e “Voci e volti della nonviolenza” n. 687-691 (tutti disponibili dalla pagina webhttp://lists.peacelink.it/nonviolenza/ ).

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