Voglia di Europa: il Liceo Buratti all’avanguardia grazie a “Facciamo Breccia”

Voglia di Europa: il Liceo Buratti all’avanguardia grazie a “Facciamo Breccia”

Homepage - Tiziana Iadicicco e Stefania Buratti raccontano la loro "Voglia di Europa". “Facciamo breccia” ha ottenuto il massimo della valutazione da parte della commissione giudicante con 100 punti su 100

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Tornare a studiare dopo decenni di carriera per sperimentare nuovi modelli di insegnamento. Hanno deciso di mettersi in gioco così Tiziana Iadicicco e Stefania Buratti, due docenti del Liceo classico Buratti di Viterbo che hanno contribuito al successo del progetto europeo “Facciamo breccia”. Un progetto che le ha permesso di rimettersi in gioco e di diventare, nel piccolo della provincia viterbese, una avanguardia nell’insegnamento.

Tiziana Iadicicco e Stefania Fidanza sono state ospite a Sbottonati la scorsa settimana e hanno raccontato quanto la loro esperienza in Finlandia, uno dei paesi più avanzati anche dal punto di vista dell’insegnamento scolastico, abbia cambiato la prospettiva con la quale affrontano ogni giorno l’insegnamento. “Volevo vedere con miei occhi – hanno spiegato – perché hanno risultati così eccezionali e arrivando lì ho visto un mondo diverso. Innanzitutto nelle strutture scolastiche e nella dedizione con cui lo Stato si occupa del futuro dei ragazzi investendo in scuole, aule e laboratori all’avanguardia”.

Non solo strutture però. Anche il modello di insegnamento è diverso. Un modello fatto di classi capovolte, di peer education, di cooperative learning. Un modello fatto insomma di sistemi lontani anni luce da quelli applicati in Italia. Modello importati e messi in pratica ora anche a Viterbo. “Si rigira la tradizionale struttura della classe con l’insegnante che fornisce del materiale sul web da studiare, dei tutorials da seguire da casa: insomma il lavoro di apprendimento si svolge a casa. In classe invece si sviluppano le competenze. L’insegnante deve moderare le attività degli alunni, che sono loro stessi a tenere la lezione, a gruppi o di fronte a tutta la classe”.

Ma non solo. La struttura dell’insegnamento allontana la paura di essere giudicati, oltre all’impossibilità della noia, visto che tutti sono protagonisti nella lezione. “I ragazzi sono più rilassati, perché non hanno paura della valutazione continua e non hanno paura del giudizio” Ovviamente hanno scadenze e verifiche, ma di fatto con questi modelli scompare anche la paura del giudizio, degli insegnanti, ma anche e soprattutto dei compagni.

La vera ricchezza dell’opportunità del Progetto vinto grazie alla dedizione del dirigente scolastico e di chi vi ha partecipato, è la possibilità di contaminarsi. Sì “perché insieme all’acqua sporca – spiegano – non dobbiamo buttare via anche il bambino”. Insomma, si prende il buono di quello che si vede e si ruba con gli occhi, ne nasce una nuova consapevolezza su quel che si è fatto per anni e ne esce un nuovo modo di interpretare il proprio ruolo. Insomma, si diventa avanguardia in un mondo, quello della scuola italiana quanto mai statico. “Così si dà spazio anche alla nostra creatività, che rischia di essere troppo limitata dalle interrogazioni, dai compiti in classe e dalla programmazione ordinaria”.

Tutto ciò è possibile grazie all’Unione Europea e prima ancora grazie ai professionisti che tramutano le belle idee in progetti vincenti, proprio come “Facciamo breccia” che ha ottenuto il massimo della valutazione da parte della commissione giudicante con 100 punti su 100. L’appetito poi vien mangiando. “Ormai – concludono – siamo sempre sulla breccia, abbiamo altri progetti in piedi e vedremo come andrà”.

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