Quando Ciampi visitò Viterbo: divenne anche socio onorario del Sodalizio dei Facchini

Quando Ciampi visitò Viterbo: divenne anche socio onorario del Sodalizio dei Facchini

Homepage - Era il 25 febbraio 2002 e l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi venne a Viterbo per incontrare i viterbesi nell’ambito di quello che lui stesso definì il suo secondo giro d’Italia

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Era il 25 febbraio 2002 e l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi venne a Viterbo per incontrare i viterbesi nell’ambito di quello che lui stesso definì il suo secondo giro d’Italia. Ciampi, scomparso ieri all’età di 96 anni, era uno dei più amati presidenti della Repubblica della storia recente del belpaese, fu accolto dal sindaco Giancarlo Gabbianelli con il quale assistette a diversi incontri. Tra i tanti anche quello con il Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, che lo fecero socio onorario.

Ciampi, a Viterbo insieme alla moglie Franca, visitò anche il Monumento ai Caduti del Sacrario. Parlò poi al presidente della giunta della regione Lazio Francesco Storace, a quello della provincia di Viterbo Giulio Marini ai parlamentari del territorio e ai sindaci della provincia accorsi a Viterbo per ascoltarlo. Il presidente emerito arrivò a Viterbo dopo aver visto Grosseto e Livorno. Era la sua seconda volta da presidente della Repubblica a Viterbo. La prima era stata per il ventennale della fondazione dell’Università della Tuscia.

Oltre a parlare di Viterbo e della sua distanza su Roma e oltre a parlare del sentimento di italianità, Ciampi si soffermò proprio sul ruolo dell’Università in città spendendo parole che oggi pesano come pietre e sottolineano una delle grandi occasioni perdute dal territorio. “Viterbo – disse Ciampi nel 2002 – offre una nuova prova dell’importanza degli istituti universitari come sorgente necessaria di vitalità per una città, per una provincia: purché si stabilisca, come so che si è qui stabilito, un rapporto operativo felice, costruttivo, tra l’intera area e l’università. Occorre che vi sia un giusto spirito di collaborazione tra le forze economiche, gli organi amministrativi, e un grande centro di studi, di insegnamento e di ricerca, perché questo fiorisca e dia i suoi frutti”.

Ciampi spese anche parole che invitavano i viterbesi a unirsi, un invito che forse può risultare ancora attuale. “Bisogna abituarsi a “fare sistema”, nella convinzione che ciò giova all’interesse di tutti”. Raccontò poi di aver conosciuto la città dei Papi nel passato e di aver colto nella sua crescita “la testimonianza dei progressi civili compiuti dalla nostra società, nel corso di questo primo mezzo secolo di storia di Italia repubblicana. Penso sia utile ogni tanto volgersi indietro, per prendere coscienza del cammino compiuto, e trarne conforto e incitamento ad andare avanti sulla strada intrapresa”.

Qui il discorso integrale.

 

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