Oggi la Presidenza, ma ancora non c’è l’accordo. A meno che non sia tutto un bluff

Oggi la Presidenza, ma ancora non c’è l’accordo. A meno che non sia tutto un bluff

Politica - Che sia tutto tranquillo, per i civici, forse è facile a dirsi, più difficile però a credersi, anche perché se così non fosse le bocche non sarebbero così tanto cucite, quanto difficilmente ci si ricorda. A meno che..

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Presidenza del Consiglio: l’accordo ancora c’è ma non lo dicono, o non c’è e quindi c’è da preoccuparsi? Che sia tutto tranquillo, per i civici, forse è facile a dirsi, più difficile però a credersi, anche perché se così non fosse le bocche non sarebbero così tanto cucite, quanto difficilmente ci si ricorda.

Sul tavolo c’è la questione dell’elezione del successore della dimissionaria Maria Rita De Alexandris. Se a pensar male si fa peccato, spesso ci si prende. Così avevano fatto i consiglieri dell’opposizione lunedì della scorsa settimana quando pochi minuti dopo la fine della Conferenza di Capigruppo avevano evidenziato che la maggioranza stava cercando di ritardare il più possibile l’elezione del Presidente per evidenti difficoltà politiche. Difficoltà dovute agli equilibri civici devastati dal rimpasto di Leonardo Michelini che per accontentare le richieste del Partito Democratico ha sacrificato amici o meno civici. Intanto sul tavolo ballano i soliti due nomi, Marco Ciorba e Maurizio Tofani, più quello di Sergio Insogna che si è candidato ieri col supporto di Francesco Moltoni (qui).

Ma questa è la lettura più semplice. Tutto questo può essere vero con una approssimazione molto limitata. A meno che non ci sia sotto una strategia per inchiodare il Pd ad una scelta che potrebbe non piacere.

È risaputo infatti che sia Tofani che Ciorba non sono molto graditi a gran parte del Partito Democratico e le scaramucce tra il civico Paolo Moricoli e i democratici hanno evidenziato una tensione mai sopita. E non è scontato che i civici non abbiano letto bene tra le righe della della risposta del Pd a Moricoli. Una risposta che era una quasi una minaccia (la risposta qui) che può essere sintetizzata così: “occhio a chi scegliete che il voto è segreto”.

Insomma questo strano silenzio potrebbe anche essere una strategia per restringere i tempi di una possibile reazione democratica e inchiodarla a un voto lampo. Certo si potrebbe rimandare ancora il voto, ma sarebbe un ennesimo ed enorme autogol politico. Intanto poco prima del Consiglio, convocato per 15, i civici torneranno ad incontrarsi, ufficialmente, per definire il nome del candidato. Sarà davvero così?

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