Crisi del Centrosinistra, Vannini: “Pd vittima della bulimia di presenzialismo”. Poi cita l’esempio di Massimiliano Bernini

Crisi del Centrosinistra, Vannini: “Pd vittima della bulimia di presenzialismo”. Poi cita l’esempio di Massimiliano Bernini

Elezioni 2018 - Prendiamo esempio da un giovane deputato della scorsa legislatura eletto nel nostro territorio per un partito che non è e non sarà mai il mio (Massimiliano Bernini, ndr). Appena finito il mandato ha lasciato la politica attiva e ha semplicemente ricominciato a vivere la vita dura ma ‘vera’ di tutti i giorni.

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Dopo gli interventi di Leonardo Michelini e Francesco Berni ecco quello di Andrea Vannini. Il tema è la crisi del Centrosinistra. Inviateci i contributi a info@lafune.eu.

 

di Andrea Vannini

La sindrome del giocatore è implacabile, se cominci a perdere non ti fermi fino a quando non solo hai perso tutto quello che hai ma ti sei impegnato anche tutto quello che non hai. Molto spesso a farne le spese non è solo il giocatore ma tutto l’universo degli affetti e interazioni che lo circondano. La morte del PD Viterbese è l’effetto di una bulimia di presenzialismo e visibilità di pochi (pochissimi…ma proprio pochi, pochi…..) che invece di fare un passo indietro, non riuscendo a fermarsi, hanno così sacrificato la credibilità di un intero partito. Questo gruppetto (piccolo, piccolo) di ‘notabili’ del partito ha fatto debiti con forze politiche che nulla avevano a che vedere con la sinistra; ha fatto debiti con i cittadini che gli hanno regalato loro la fiducia; ha fatto i debiti con una città oramai impoverita. E per cosa? Per apparire ancora una volta? Per soddisfare un ‘io’ oramai logoro? Per paura di tornare al privato e mettersi in gioco come ciascuno di noi semplici cittadini?

Prendiamo esempio da un giovane deputato della scorsa legislatura eletto nel nostro territorio per un partito che non è e non sarà mai il mio (Massimiliano Bernini, vetrallese ex deputato del Movimento 5 Stelle, ndr). Appena finito il mandato ha lasciato la politica attiva e ha semplicemente ricominciato a vivere la vita dura ma ‘vera’ di tutti i giorni. So che sta cercando lavoro partecipando a selezioni pubbliche, e sono sicuro che, malgrado con fatica e frustrazione, grazie alla sua preparazione professionale (e non al passato ruolo politico) ce la farà donando l’esempio più alto a chi non ha ancora capito cosa significa fare politica a servizio dei cittadini.

D’altronde bisogna toccare il fondo per risalire e questa potrebbe essere l’occasione per lasciare in profondità il vecchio e portare in superficie tutte quelle persone giovani, ma anche meno giovani, ed entusiaste che esistono nell’area del PD ma che non hanno avuto mai modo contribuire fattivamente, poiché la ‘cupola’ non lo permetteva. E tra loro metterei anche alcuni che in buona fede hanno partecipato alle scelte scellerate di pochi (non mi fate fare nomi).

Certo è che la presenza del PD nel prossimo consiglio comunale sarà molto scarsa anche considerando che Francesco Serra entrerà come persona di sinistra ma non con il PD. Quindi anche quel ruolo importante e propositivo del fare opposizione avrà dal PD uno scarso e tutto sommato poco credibile contributo.

Ma io sono un inguaribile ottimista, ‘finalmente’ siamo nella stessa situazione dell’Italia che non parteciperà ai mondiali di calcio…ci sono 5 anni di tempo per purificarsi, meditare, scegliersi e ripresentarsi con programmi e, soprattutto persone nuove senza perdere tempo con strategie a tavolino o giochi di potere di piccolo cabotaggio. Si potrà riprendere dal cittadino e dai suoi diritti e doveri come punto di riferimento e ripartenza per una rinascita della sinistra a Viterbo, magari tendendo mano ed orecchio a quelle forze transfughe e sognare un movimento compatto e unito su temi fondamentali come l’eguaglianza nei diritti e doveri, la tolleranza, l’inclusione e il rispetto e la tutela del bene pubblico.

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