Centrodestra, insieme per fare cosa?

Centrodestra, insieme per fare cosa?

Elezioni 2018 - Insieme per fare cosa? Questa la domanda che in tanti iniziano a farsi nelle strade, piazze e nei "peggiori" bar della città di Viterbo a proposito della coalizione di centrodestra. A un pugno di giorni dalla consegna delle liste le anime dell'aggregato si presentano incapaci di trovare una sintesi sulla scelta del candidato sindaco.

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Insieme per fare cosa? Questa la domanda che in tanti iniziano a farsi nelle strade, piazze e nei “peggiori” bar della città di Viterbo a proposito della coalizione di centrodestra. A un pugno di giorni dalla consegna delle liste per le prossime elezioni comunali le anime dell’aggregato si presentano incapaci di trovare una sintesi sulla scelta del candidato sindaco.

I viterbesi assistono a continui annunci di tavoli, ultimatum, rimangiarsi di ultimatum (qualcuno sta rischiando l’indigestione), pause di meditazione zen. La scelta del primo cittadino unitario appare, salvo miracoli dell’ultima ora, una chimera. La costruzione della candidatura unitaria sembra essere una sorta di tela di Penelope: fatta di giorno, sfatta di notte. 

La margherita che i protagonisti di questa storia stanno sfogliando ha essenzialmente due nomi: Alessandro Usai e Giovanni Arena. Ma in realtà i nomi veri sono altri: Lega e Forza Italia. A tenere bloccato tutto è il braccio di ferro tra queste due forze. Un braccio di ferro che difficilmente vedrà uno dei due cedere e l’epilogo più probabile, ora, sembra essere la rottura. 

Da una parte Forza Italia, dall’altra la Lega. E quindi dovranno scegliere anche gli altri: Fratelli d’Italia e i Civici. Anche perché tutti questi giorni di attesa hanno logorato un po’ ognuno e alla fine della fiera i più, quelli più normali forse, si domandano: ma dobbiamo andare uniti per fare cosa? Quelli più franchi aggiungono, chiedendo tutela dell’anonimato: “In questa situazione andiamo insieme per cadere dopo un anno”.

Ecco dunque che acquista senso e valore la domanda: centrodestra unito per fare cose a Viterbo? Per soddisfare la vanagloria di qualcuno piuttosto che di altri? E’ di questo che ha bisogno la città? E’ questo comportamento che i viterbesi vorranno davvero premiare? La sensazione è quella di una grande occasione di riscatto per il centrodestra viterbese. Di riscatto sì, perché se i cinque anni di amministrazione Michelini sono stati terribili non meglio sono andati i cinque precedenti e forse si potrebbe andare ancora più indietro. 

Questo lo sanno tutti, anche i rappresentanti del centrodestra. La verità è che lo spettacolo dato in queste settimane racconta una cosa: la politica come strumento per cambiare le città non alberga più dentro i partiti. O comunque è secondaria rispetto ad altro. O almeno così sembra. Potranno anche vincere, magari vinceranno, ma per fare cosa? 

Potranno andare anche insieme, ma per fare cosa? Forse il centrodestra viterbese farebbe bene a chiarirsi decidere e mettersi al lavoro seriamente. Il fine ultimo, ricordiamo, è la città. Non per giocarci a Risiko o a Monopoli ma per cercare di darle una dignità e dare ai cittadini una vita di qualità e un tessuto pulito ed efficace dove muoversi. 

 

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