A San Martino una manifestazione “diversamente civile”

A San Martino una manifestazione “diversamente civile”

Primo Piano - Le parole scritte da alcune realtà per specificare che la manifestazione in realtà sia contro il sistema d’accoglienza che "è solo un grande business” o contro un business che "è funzionale solo alla malavita” non distolgono lo sguardo però da quello che il titolo e lo slogan della manifestazione.

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Le parole sono importanti e spesso fanno la differenza tra una manifestazione civile e una diversamente civile. È il caso di quella organizzata per martedì 7 marzo a San Martino al Cimino quando alle 14.30 alcuni cittadini, movimenti civici e partiti politici della destra e del centrodestra locale si riuniranno in piazza Mariano Buratti per dire “No immigrati”. No immigrati, come da titolo e manifesto.

Dopo mesi in cui molti di loro hanno sottolineato più o meno convintamente lo sconforto di fronte ad una accoglienza sempre più gestita in grandi gruppi e senza dignità per i richiedenti asilo (vedasi il caso dell’ex Fiera), domani saranno tutti insieme in piazza con alcuni cittadini per manifestare.

Le parole scritte da alcune realtà per specificare che il sit-in in realtà sia contro il sistema d’accoglienza che “è solo un grande business” o contro un business che “è funzionale solo alla malavita” non distolgono lo sguardo però da quello che è il titolo e lo slogan della manifestazione. Una manifestazione che è contro le persone e non contro il sistema o mafia capitale, dei quali i migranti sono vittime, al più. 

Lo dicono le parole e sono parole dalle quali si dovrebbe prendere le distanze, se si volesse evitare l’equivoco. Sotto la maschera della lotta per la dignità dei migranti, con questa manifestazione, emerge infatti troppo chiaramente infatti un’altra faccia: quella della lotta contro gli immigrati, contro le persone. Ed è questo che trasforma una manifestazione da civile a diversamente civile: pacifica nei modi, ma piena di risentimento nel sottotesto. 

La cronaca di questi giorni poi mette in luce anche un altro fatto: l’assenza totale di uno spirito critico del centrosinistra cittadino, troppo impegnato nelle battaglie di bottega per formulare e comunicare un pensiero su quanto di grave sta accadendo sulle politiche di accoglienza. Ma questo è un altro discorso.

 

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