Viterbesi nel mondo – Andrea Angelino, chef della Tuscia nella capitale tedesca
Homepage - Classe 1974, romano d'origine ma venuto su in terra di Tuscia. Professione chef, un grande chef. Oggi vive a Berlino, dove guida la cucina di un ristorante di livello. Ma ha girato diversi posti. Questa settimana abbiamo intervistato Andrea Angelino. Segnalate a La Fune amici e parenti viterbesi all'estero, vogliamo raccontare le loro storie (info@lafune.eu)
Classe 1974, romano d’origine ma venuto su in terra di Tuscia. Professione chef, un grande chef. Oggi vive a Berlino, dove guida la cucina di un ristorante di livello. Ma ha girato diversi posti. Questa settimana abbiamo intervistato Andrea Angelino. Segnalate a La Fune amici e parenti viterbesi all’estero, vogliamo raccontare le loro storie (info@lafune.eu)
Raccontaci come vivi oggi: dove ti trovi, che lavoro fai, come passi le giornate, cosa ti piace …
“Mi trovo a Neukölln, uno dei quartieri più multiculturale di Berlino. Vivo e lavoro nello stesso e di solito non esco dalla zona con piacere: ci sono tre fra i più bei parchi della città, quantità di locali e bar e mi piace l’ambiente che si respira e la gente che vi abita. Sono chef di cucina e mi è stata data carta bianca come. Posso lavorare i prodotti che voglio, scegliere il personale di cucina, esprimere in toto la mia cucina.
Le giornate sul posto di lavoro sono lunghe e l’ambiente è vivo, stressante e rumoroso quindi utilizzo il tempo libero per lo più per starmene tranquillo a casa a leggere, guardare film, suonare la chitarra o disegnare. Quando esco evito i club e la calca dei concerti di massa. Preferisco sentire musica nei locali della zona (Berlino ha un’offerta straordinaria per quanto riguarda musica out of the mainstream). E poi come tutti bevo molto, fumo abbastanza, esco con amici o donne… Una cosa che di sicuro è peculiare: ho smontato la cucina del mio piccolo appartamento e ne ho fatto una cameretta,e quindi mangio esclusivamente fuori casa: un po’ anche per lavoro”.
Quando hai deciso di andare via dalla Tuscia?
“Ho lasciato la Tuscia più volte, vi sono tornato l’ultima volta per amore e l’ho lasciata, definitivamente credo, nel 2011 quando ho aperto insieme ad alcuni soci un ristorante a Orvieto. I miei si erano stabiliti a Bassano in Teverina nel lontano 82, di ritorno da un’esperienza francese.
La prima volta che sono andato via però è stato per girovagare studiando in varie università (senza grandissimi risultati); mantenendomi sempre e solo lavorando in cucina”.
Ci pensi mai?
“Penso spesso ai miei amici che si barcamenano nel difficile mondo italiano e voglio loro un mondo di bene… ma non li trovo onestamente tutti reattivi: malinconici e lamentosi per lo più. Poi c’è chi lotta con le unghie e coi denti e sono fiero di loro”.
Cosa ti manca del Viterbese?
“Il sole, la natura diversificata, le terme, il mare… la mia famiglia”. Torno ogni tanto in vacanza ma non tornerei a viverci perché onestamente è di una noia mortale”.
Qualcosa di positivo però l’avrai pur portata con te …
“Porto con me la straordinaria varietà di prodotti (umbri, laziali, maremmani) e il mio palato che grazie a loro si è raffinato. Porto con me l’umiltà delle campagne viterbesi, cerco di mettere in ogni piatto la delicatezza e la dolcezza del suo clima e dei suoi colli. Porto con me alcuni piatti di origine etrusca (altro che acquacotta) e dentro di me tutti coloro che non sono potuti,voluti venir via e porto con me l’olio,la nocciola,il porcino,il finocchietto e i nostri vini leggeri”.
Le tre differenze positive più importanti tra quello che c’è dove ti trovi ora e Viterbo?
“Differenze ? Berlino è la città d’Europa. Una città fatta prima di tutto dalle persone che la abitano, una città aperta e tollerante. Berlino è la sua musica, il suo multiculturalismo. Berlino è come la vuoi senza compromessi e senza maschere. La Tuscia è quasi l’opposto”.
E le tre differenze negative?
“Le tre cose positive sono: il clima, se sei meteoropatico non puoi resistere a questo grigio. La lingua: il tedesco è universalmente riconosciuta una lingua ostica. La bellezza: Berlino non è né Parigi né tanto meno Roma. Viterbo e i borghi della provincia sono ognuno a modo suo unici e bellissimi”.
Un saluto per chi è rimasto a casa e un consiglio ai giovani viterbesi?
“Consiglio e saluto: consiglio di impegnarsi per cambiare le cose, perché se non si cambiano le cose vedo poco futuro per la mia Italia e per la nostra provincia. Ci vuole molto amore, molta passione e “ci vuole il fucile”. Un saluto a tutti quelli che mi hanno apprezzato per come sono, perché sono sempre con me. Ai ragazzi chiedo di farsi almeno un’esperienza all’estero ovunque sia, non è un consiglio è un ordine. Il coraggio di andare o il coraggio di restare sono entrambi diversi e fondamentali”.
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