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Blog - Non conosci i tuoi vicini, non sai neanche dove si trovi la panetteria più vicina a casa tua perché vai solo dei grandi supermercati che ti offrono aria condizionata e parcheggio coperto? Non preoccuparti, a quanto pare basta scaricare un’app e la tua vita migliorerà drasticamente.

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Ero sovrappensiero. Ho preso la borsa, la giacca leggera, gli occhiali e sono uscita di casa. Ho camminato qualche centinaio di metri per raggiungere la macchina, parcheggiata fuori le mura del centro storico. Sono salita in auto, l’ho messa in moto e sono uscita dal posteggio.

Non ero stata attenta. Avevo nettamente toppato l’orario: erano le 13.01 e intorno a me stava accadendo il finimondo. In ordine: campanella della quinta ora delle scuole superiori appena suonata, folla di ragazzi, motorini in ogni dove, minicar contromano, auto in doppia fila, voci, grida, risate, vecchiette atterrite dalla folla, pedoni che rischiavano il linciaggio feroce, clacson infuriati, fermate degli autobus stracolme oltre i marciapiedi. Insomma, un disastro. Ma quello che creava più scompiglio era il giallo dei semafori che ritmava l’ansia generale. Sì, non si è capito bene il perché, ma ormai da più di due settimane alcuni dei più cruciali semafori di Viterbo sono monocromatici. Il giallo costante che insinua il dubbio.

In questo contesto di panico generale, nel quale sono stata ferma un bel po’ di minuti, mi è venuta in mente una frase criptica, una tipica frase da architetti onniscienti, che ho letto in un articolo. Diceva: “La progettazione sensoriale interattiva permette di realizzare ambienti responsivi.

WOW!

Tralasciando la critica alla sensazione di autocompiacimento che l’autore ha provato a scrivere la frase, queste parole raccolgono tutto quello che, a mio parere, allontana la vita urbana (reale, concreta, quotidiana) dalle speculazioni teoriche dei cervelloni. In sostanza, si dice che tra cinque anni la nostra vita sarà così tanto dipendente dagli strumenti tecnologici, che anche la socialità in città subirà delle trasformazioni importanti. (Si diceva anche cinque anni fa, ma va bene, non voglio essere ipercritica, è che la storia delle smart cities non mi va giù).

Quindi dai, download, upload, localizza, aggiorna, tagga la città. Olè!

Poi se non conosci i tuoi vicini, se sei talmente misantropo che Dr. House a confronto è più amicone di Bruno della Terza C, se non sai neanche dove si trovi la panetteria più vicina a casa tua perché vai solo dei grandi supermercati che ti offrono aria condizionata e parcheggio coperto, non ti preoccupare: basta scaricare un’app e la tua vita migliorerà drasticamente.

Esiste vicinidcasa.com, una community online che ti mette in contatto con chi vive nelle tue vicinanze; è sufficiente creare un profilo, accettare la normativa sulla privacy, geolocalizzarti, inserire tutti i tuoi dati, caricare la tua foto, chiarire i tuoi interessi ed il gioco è fatto. Se a casa ti manca il sale, basta accendere il computer.

Poi c’è Nextdoor, disponibile per dispositivi iPhone e Android, app che consente ai residenti di un quartiere di entrare in contatto tra di loro, e funziona un po’ come Kiwi local. Seeclickfix, invece, serve a segnalare tutto ciò che non funziona nella città.

Per vedere di nuovo gli sfavillanti tre colori dei semafori devo scaricare un’app oppure continuo a sperare che qualcuno di competenza se ne occupi realmente?

Ora suono al mio vicino e glielo chiedo, ma prima metto in carica l’iPhone.

Foto Fisioterapy Center

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