Scaténati#16 > Cara dolce Brittany, eroina dei giorni nostri

Scaténati#16 > Cara dolce Brittany, eroina dei giorni nostri

Blog - Ho letto la sera che te ne eri andata, la notte ti ho sognato e la mattina mi sono svegliato sereno. Pessimo Carrasco, volete giudicare anche il gesto di una ragazza coraggiosa in una così sofferta decisione?

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Brit2Brittany Brittany. Cara dolce Brittany, eroina dei giorni nostri. Hai deciso di toglierti la vita con una dose letale di barbiturici, prescritta dal medico, in un paese civile. Eri affetta da una forma terminale di cancro al cervello, che ti avrebbe fra poche settimane ridotta ad una larva. E hai scelto di andartene con dignità. Hai fatto bene, perché hai permesso ai tuoi cari di ricordarti lucida, ti sei risparmiata delle sofferenze inutili. Hai messo d’accordo tutti, perché la vita ti apparteneva, tu che ne eri innamorata, e ne sei rimasta attaccata fino all’ultimo.

Si può forse chiamare vita quella che ti aspettava negli ultimi giorni? Così hai vissuto i tuoi ultimi tramonti con il tuo patrigno, tuo marito Daniel e tua madre, in viaggio sulle montagne rocciose. Uno splendido, ultimo tramonto, avrai visto! Pensa che ci sono persone che ne hanno la possibilità e rimandano, rimandano…poi arrivano i primi acciacchi e hanno la scusa buona per non partire mai.

Tu hai vissuto la vita fino all’ultimo. Una storia davvero triste, ma che insegna a tutti noi dei valori fondamentali: “Le persone più felici sono quelle che si fermano ad apprezzare la vita e che rendono grazie”. “Se cambiamo il nostro modo di pensare cambieremo il mondo”. Per quanto densa di malinconia, la tua piccola grande ha avuto un lieto fine: con l’abbraccio dei tuoi cari. E hai dimostrato di tenere salde le redini dell’esistenza.

Ho letto la sera che te ne eri andata, la notte ti ho sognato e la mattina mi sono svegliato sereno. Ora so che non vivrai quelle atroci sofferenze che ti attendevano.
Faccio colazione, ritorno al computer, stavo tanto bene e…mi leggo le dichiarazioni di monsignor Carrasco de Paula, presidente della Pontificia Accademia. E mi va di traverso il pane con la marmellata. “Il suicidio assistito è un’assurdità… perché la dignità è un’altra cosa che mettere fine alla propria vita”. Ma! Pessimo Carrasco, dico io, volete giudicare anche il gesto di una ragazza coraggiosa in una così sofferta decisione? Ci sarebbe stata più dignità a passare gli ultimi giorni della propria vita come una larva passando gli ultimi giorni nelle più atroci sofferenze?

Sono passati trecento anni dall’Illuminismo, e ancora può esistere qualcuno che non permette a una persona di decidere della propria vita?
Sono tre i motivi insindacabili per il quale non è possibile accettare una visione di questo genere. Innanzitutto la libera scelta: questa è un fondamentale principio democratico. L’idea che il cittadino sia libero nelle sue opinioni e nel suo voto presuppone che egli sia anche sovrano in una sfera privata, dove i suoi valori di coscienza sono insindacabili!

La qualità della vita: il dolore e la sofferenza che si sperimentano durante una malattia possono risultare incomprensibili ed insostenibili, anche se viene messa in atto una terapia contro il dolore. Chi non lo ha provato non può capire, e la decisione pertanto non può spettare ad un terzo. Ignorando poi il dolore fisico, può risultare insostenibile per un individuo far fronte alla sofferenza psichica conseguente alla perdita della propria indipendenza. Per questo la società civile non dovrebbe forzare nessuno a sopportare questa condizione. Infine la dignità, appunto: la convinzione profonda di sentirsi senza alcuna possibilità di recuperare ciò che rende la vita degna di essere vissuta, ed anzi di dover pesare sui propri cari sempre di più e per tempi lunghissimi, rendendo pure a loro difficile condurre la loro stessa vita come prima.
Uscite dal medioevo, e non venite a parlarci di dignità! Ognuno è libero di scegliere della propria vita e del proprio corpo.

 

http://www.thebrittanyfund.org

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