Intervista ad Aedo: l’Odissea, la musica e la vita notturna viterbese

Intervista ad Aedo: l’Odissea, la musica e la vita notturna viterbese

Homepage - Aedo, il misterioso e promettente rapper che cita Omero. Presenta ai lettori il suo primo disco, “Multiforme”, in collaborazione con Bad Vibes e in uscita oggi 22 febbraio. Parole sulla musica, sulla scrittura e sulla vita notturna viterbese

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VITERBO – Aedo, il misterioso e promettente rapper che cita Omero. Presenta ai lettori il suo primo disco, “Multiforme”, in collaborazione con Bad Vibes e in uscita oggi 22 febbraio. Parole sulla musica, sulla scrittura e sulla vita notturna viterbese.

Cominciamo subito parlando della campagna promozionale del disco. Un’iniziativa curiosa e coinvolgente, tuttavia lontana dalle trafile tradizionali. Ce la vuoi raccontare? Perché questa scelta?

Seguendo un po’ quella che era la base di In-Chiostro, è venuto quasi spontaneo creare questo “gioco”, con chi segue la mia pagina social e quella del movimento. Sono state nascoste 9 copie per tutto il centro storico di Viterbo e, progressivamente, durante questa settimana sono uscite le foto dei luoghi in cui erano posizionate; agli interessati spettava il compito di trovarle, fino ad oggi, data di uscita dell’album. Ci sembrava divertente non rendere tutto troppo facile, e c’è da dire che le persone si sono lasciate coinvolgere, quindi l’effetto è stato quello sperato. Inoltre sono felice dei feedback ricevuti, devo dire che l’album sta piacendo.

Focalizziamoci un po’ sulla musica: tu e Bad Vibes (qui con noi), nome già noto ai nostri lettori, avete dato vita a un lavoro piuttosto trasversale: toccando armonie quasi funerarie con marchette tamburellate (“Macbeth”), passando a suoni sintetici assimilabili all’elettronica, pianoforte e violini si avvicinano poi alla musica classica in “Multiforme” o “Xiphos”, fino ad arrivare al jazz swingato di “Non ancora”. Trovate che nel rap gli arrangiamenti stiano perdendo di valore? E’ il testo a rincorrere la base, o viceversa?

Bad Vibes: il rap che si sente al giorno d’oggi è fondamentalmente tutto uguale. Quelle che cerco di fare io non sono produzioni vicine a un genere specifico come può essere l’Hip-Hop o la Trap, se lavoro con altri cerco piuttosto di capire e percepire qual è la strada che si vuole percorrere per quello specifico lavoro. Sicuramente, in ogni caso, tendo molto alla sperimentazione, provando a fondere due o più stili per poi reinserirli nel macro-insieme del genere. “Multiforme”, lo si evince anche dal titolo, è un bel mix di influenze differenti; sicuramente il fatto che sia stato costruito in diversi momenti, a tratti anche lontani, ha contribuito a rendere tali tutte le sfaccettature presenti all’interno.

Aedo: parlando di composizione, poi, è ovvio che collaborando ci si deve adeguare, rispettando e influenzando a vicenda le idee di ciascuno; ma di base non c’è una regola, può capitare che a nascere siano prima le parole e poi tutto il resto, oppure che queste nascano seguendo la sezione strumentale.

Torniamo ad Aedo: questo non è il tuo primo approccio con la creatività. In pochi sapranno che, come accennato poc’anzi, fai parte del movimento In-Chiostro. Com’è stato l’approccio alla scrittura in un ambito già colmo, quasi saturo, di regole ben precise e soprattutto lontano dal silenzioso foglio bianco della prosa e della poesia?

In realtà ho iniziato scrivendo tracce musicali, In-Chiostro è arrivato dopo. Sì, effettivamente la differenza c’è, ma direi che esiste più nella diversa tipologia di libertà che l’una e l’altra esperienza mi trasmettono. Con il movimento si è ormai certi che il foglio verrà letto, ma non sai in quale momento e soprattutto da chi; inoltre, c’è una leggerezza maggiore nel “buttar giù pensieri” con loro. Scrivere una traccia per un disco invece lo trovo molto più impegnativo, perché si deve sottostare a spazi e durate molto più ristretti, e la sfida sta nel concentrarsi il più possibile per condensare tutto ciò che si sente e si vuol trasmettere nei tempi di una singola canzone, a prescindere dalle tematiche. 

Parlando proprio di testi. La tua è una scrittura matura, che fa capire, mentre si ascolta l’album, che sei conscio di quello di cui parli e di come ne parli. E’ interessante poi la commistione di personaggi e situazioni decontestualizzate, in stile quasi eliotiano, e ricomposte nei pezzi. Quanto ha influito il tuo background nella stesura delle canzoni

Sicuramente l’ispirazione iniziale mi è arrivata dalla letteratura classica, è possibile capirlo anche a partire dal nome che ho scelto di attribuirmi, in onore ai grandi aedi greci del passato (narratori di poemi); mi sento molto legato a quel mondo, in particolare all’Odissea, che cito spesso e che pongo sullo stesso piano dell’Inferno dantesco (come piacere culturale personale). Per il resto poi, si tratta di esperienze personali e quotidianità vissuta come tanti; fare questo tipo di parallelismi mi aiuta decisamente a esprimere meglio concetti che, in primis, non sono troppo chiari nemmeno per me, e poi ad arrivare a delle immagini che riescono a esprimere alla perfezione ciò che provo mentre scrivo. Tutto questo sfocia nel disco.

“Multiforme” lascia trapelare un ambiente oscuro e schivo per le nuove generazioni (di cui fai parte), in cui le tue parole rendono tangibili le sensazioni di annegamento e alienazione ben collocate tra le righe delle tue strofe. Trovi che gli episodi raccontati nel disco riflettano un po’ le realtà della zona? E poi, parlando della città di Viterbo, da frequentatore quale immagino tu sia, cosa ne pensi delle restrizioni alla vita notturna nel centro storico? Ci sono connessioni con quello di cui parli?

Il disco, come è scritto anche all’interno della copia materiale, è stato una sorta di percorso interiore che ha fatto da ponte tra il periodo adolescenziale e quello appena contiguo, in cui chiunque si incammina alla ricerca di solidità. Direi che possa riguardare più questo piuttosto che il contesto in cui vivo, chiaramente poi l’ambiente esterno va a influenzare quelli che sono i pensieri, i ragionamenti e la crescita in sé. Sono tanti i fattori che si fanno avanti e contaminano il tuo vivere, vedi appunto la questione “Movida”: non mi ritengo direttamente interessato, per il semplice fatto che non posseggo attività alcuna in centro, però posso dirti che chiunque abbia dato fiato alla bocca, parlando di cosa è giusto e cosa non lo è, lo ha fatto senza sapere cosa significhi vivere l’ambiente. Noi (Io, Bad Vibes, In-Chiostro) lo facciamo invece, lo conosciamo e ne amiamo l’estetica e la storia; sappiamo che queste descrizioni infernali che gli sono state attribuite, sono delle scuse che non si reggono in piedi, con le quali si sta spingendo una città a morire.

Prima di salutarci, dove sarà possibile ascoltare e acquistare l’album? Soprattutto, fai sapere ai lettori se nel prossimo futuro, avrai intenzione di esibirti dal vivo.

Bad Vibes: sarà possibile ascoltarlo sulle nostre rispettive pagine Instagram (@bad_vibes_crew e @aedo_vt), dove troverete i link. Per l’acquisto della copia materiale, invece, ci si può rivolgere a me.

Aedo: come piattaforme digitali abbiamo Youtube e Bandcamp. Per quanto riguarda i live, con Bad Vibes stiamo continuando a lavorare insieme ad un progetto ben preciso, che non riveleremo oggi. Tuttavia, se alla fine del disco c’è la traccia “A1”, il motivo è ben preciso. Buon ascolto. 

Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCqbFlwg-exjdwvdJHE924Iw
Bandcamp: https://bad-vibes-music.bandcamp.com/album/multiforme

 

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