Backstage – Senza Caffeina, Viterbo è più povera

Backstage – Senza Caffeina, Viterbo è più povera

Homepage - Caffeina lascia Viterbo ed emigra al Castello di Santa Severa. La notizia è passata quasi inosservata e non ha suscitato reazioni soprattutto da parte di chi amministra la città. E invece la partenza della kermesse estiva (come pure di quella natalizia) rende la città dei Papi e l'intera Tuscia più povera. Filippo Rossi non è amato, ma non si deve valutare in base alla simpatia...

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Il tema è controverso e ricco di sfaccettature, ma va analizzato cercando di cogliere ogni suo aspetto. Dunque, la notizia è di qualche giorno fa ed è caduta nella quasi generale indifferenza: Caffeina si farà ma non a Viterbo, bensì presso il Castello di Santa Severa dall’1 luglio al 31 agosto. Il programma viene spalmato nell’arco di due mesi per rispettare le norme anti Covid sul distanziamento e per evitare assembramenti. La prima considerazione è che la manifestazione avrebbe potuto tenersi anche a Viterbo, magari in piazza San Lorenzo o in qualche altra location nello stesso periodo e con il totale rispetto delle normative attuali. E allora perché non se ne è nemmeno parlato? Per il semplice fatto che i rapporti tra l’amministrazione locale e il management di Caffeina sono praticamente nulli. Come dimostra la vicenda del villaggio natalizio, trasmigrato a Sutri.

Va detto subito che Filippo Rossi, patron e ideatore degli eventi caffeinici, è visto con il fumo negli occhi dalla gran parte dell’establishment cittadino e che lui stesso non è che faccia granché per farsi amare o almeno sopportare. Spesso oltre le righe, non le ha mai mandate a dire finendo con l’inimicarsi tutti gli inquilini di Palazzo dei Priori, sia gli attuali che i precedenti. Diretto, senza fronzoli nel bene e nel male, diplomazia zero, talvolta persino urticante. Insomma, il personaggio è quello che è, ma qui non si deve valutare in base all’antipatia o alla simpatia, piuttosto sulla validità dei progetti. E non c’è dubbio che nel corso degli anni sia la versione estiva che quella invernale di Caffeina abbiano proposto eventi di qualità. Nella memoria di chi scrive è rimasto particolarmente impresso il concerto di Nicola Piovani nell’inestimabile scenario di Palazzo dei Papi. Peraltro l’offerta è stata sempre così ampia e variegata che spesso c’era solo l’imbarazzo della scelta. Come pure va detto con sincerità che l’edizione dello scorso anno fu abbastanza sotto tono: quando l’acqua è poca, la papera fa fatica a galleggiare. Già dal 2019 insomma c’erano le avvisaglie che qualcosa non andava.

E neppure vanno nascoste le proteste e le polemiche relative ai mancati pagamenti dei collaboratori e di chi comunque operava nella macchina organizzativa. Ritardi, incongruenze, situazioni poco chiare: insomma, su questo versante la grande macchina di Caffeina ha lasciato talvolta a desiderare. Dovere di cronaca e onestà intellettuale impongono di essere chiari. E anche negli ultimissimi giorni, dai social sono arrivate le lamentele di chi ancora oggi sostiene di non essere stato retribuito per il lavoro prestato. Con tanto di avviso ai naviganti a non lasciarsi incantare dal cambio di location perché i protagonisti sono rimasti più o meno gli stessi.

Detto tutto questo (e probabilmente ci sarebbero altri aspetti da analizzare), la partenza di Caffeina verso altri lidi rende Viterbo più povera. La priva di eventi spesso di valore e soprattutto senza che ci sia una straccio di proposta alternativa. Anzi, se dovesse ripetersi quel che è accaduto in occasione delle passate festività natalizie, sarebbe meglio lasciar perdere del tutto, visti gli scadenti risultati raggiunti e caratterizzati pure da carenze informative piuttosto gravi (ancora oggi non si quanti biglietti furono venduti…). La gestione dell’assessore comunale alla Cultura e al Turismo appare piuttosto deficitaria e riservata ad una platea abbastanza ristretta: chi non ne fa parte, ne resta inesorabilmente fuori. Non bisogna mai dimenticare che si tratta di soldi pubblici (pochi o tanti, non ha importanza) che vanno sempre gestiti con la massima trasparenza. E se i risultati non sono all’altezza, come avvenne lo scorso Natale, certe esperienze non vanno ripetute. Errare è umano, con tutto quel che segue…

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