Backstage – Biglietto unico per i musei (che non ci sono)

Backstage – Biglietto unico per i musei (che non ci sono)

Homepage - Alla fine l'hanno approvato il biglietto unico cumulativo per visitare i musei di Viterbo. Non è in discussione la necessità di far pagare un ticket per godere della visione di opere d'arte: la cultura costa. Si contestano piuttosto tempi e modi. La domanda da farsi è molto semplice: che senso ha chiedere un esborso tutt'altro che simbolico ai forestieri se poi non si offre nulla in cambio?

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Alla fine l’hanno approvato il biglietto unico cumulativo per visitare i musei di Viterbo. Diciotto euro per i turisti, gratis per i residenti. Una decisione voluta dall’assessore alla Cultura e al Turismo e approvata dalla maggioranza, Anzi, sarebbe meglio dire “digerita” perché i mugugni sia tra i partiti della coalizione di centrodestra, sia tra gli stessi fratellitaliani ai quali appartiene l’ineffabile De Carolis, perché i borbottii sono piuttosto rumorosi sebbene sopiti dalla necessità di non turbare ulteriormente un equilibrio che viaggia costantemente sul filo della precarietà.

Qui non è in discussione la necessità di far pagare un ticket per godere della visione di opere d’arte: la cultura costa. E certe scelte sono inevitabili: basti pensare al boom di Civita di Bagnoregio verificatosi proprio in concomitanza con il varo del biglietto d’ingresso. Una decisione suggerita da Gianni Bastianelli, big dell’Enit, e condivisa e messa in pratica dall’allora sindaco Francesco Bigiotti. Qui si contestano tempi e modi. La domanda da farsi è molto semplice: che senso ha chiedere un esborso non simbolico ai forestieri se poi non si offre nulla in cambio? Il Museo con le opere di Sebastiano del Piombo non esiste, quello di Palazzo dei Priori è una chimera, il Teatro dell’Unione è appunto un teatro e non un museo… E poi i servizi connessi dove sono? Non si sa. E tutto questo si fa in un momento in cui il turismo fa una fatica enorme a ripartire. Semplicemente una decisione improvvida e sbagliata, certamente da evitare in frangenti così complicati come quelli susseguenti al lungo periodo di quarantena. Ma il sindaco Arena, che poi è il responsabile unico di tutto quello che fa (o non fa) l’amministrazione comunale che ne pensa? Aperte voci di dissidio non se ne sono sentite, se non quelle della minoranza, ma questo non significa affatto che si sia davvero d’accordo.

Villa Lante continua a restare chiusa, anche se si minaccia di chiudere l’acqua; le erbacce e le strade dissestate sono una consuetudine consolidata alla quale tutti ci siamo oborto collo assuefatti: un gran bel biglietto da visita per chi sceglie di venire qui. I soldi arrivati dal Governo per l’emergenza Covid non risultano spesi, almeno in parte; e di fondi per il rilancio non se ne vede traccia nelle linee programmatiche. Un piattume desolante nel quale invece si infila il biglietto unico senza che questa decisione sia accompagnata da scelte coerenti che ne giustifichino e ne supportino l’efficacia.

A proposito dell’assessore comunale alla cultura e al turismo (che poi non si capisce bene quali particolari meriti, se non di appartenenza, avesse accumulato per meritare tale incarico senza essere passato neppure dal vaglio degli elettori), che fine ha fatto il programma degli eventi estivi a Viterbo? Caffeina se ne è andata e forse non tornerà mai più, ma c’è uno straccio di idea per offrire comunque qualcosa a chi resta in città e a chi arriva da fuori? Che fine ha fatto, sindaco Arena, il suo diligente proposito “tanti eventi per pochi e non pochi per tanti”? Perché qui le “tante” proposte non si vedono. Anzi, non ce ne sono per niente.

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