Viterbo, oltre al Medioevo c’è di più. Nasce il progetto ‘Egidio Diciassette’

Viterbo, oltre al Medioevo c’è di più. Nasce il progetto ‘Egidio Diciassette’

Viterbo rinascimentale - Viterbo capitale del mondo durante il Rinascimento. In pochi conoscono questa pagina di storia, proprio per questo nasce 'Egidio Diciassette'. Tre anni di tempo per mettere in piedi un'operazione culturale che può ridare centralità alla città dei papi.

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Riscoprire una pagina gloriosa della storia viterbese: il Cinquecento. Dall’inizio del secolo fino agli anni ’50 dello stesso la città dei Papi ebbe un ruolo di epicentro nel mondo dell’epoca. Tutto è scritto nelle chiese, nei quadri, all’interno dei palazzi. Personaggi assurdi, consulenti di pontefici e corti di mezza Europa sono passati da queste parti. Tra loro Egidio da Viterbo. Una figura di grande spessore che oggi diventa la chiave per l’apertura di una nuova prospettiva sulla città di Viterbo.

 

Questa chiave è ‘Egidio Diciassette’, un progetto lanciato con un’apposita conferenza stampa questa mattina a Palazzo dei Priori. L’idea è di riaccendere i riflettori sul ruolo che il capoluogo della Tuscia ebbe a ricoprire in un periodo storico controverso e fondamentale. Periodo in cui Viterbo rappresentò veramente uno snodo e crocevia di destini unico. Tutto questo può essere riportato alla luce e all’attenzione attraverso una serie di spettacoli, mostre, festival e conferenze. Funzionali per riportare Viterbo a mostrare il suo volto di capitale del Rinascimento, luogo in cui personalità del calibro di Vittoria Colonna, Michelangelo, Reginald Pole, Alessandro Farnese e Vicino Orsini discorrevano d’arte e teologia, di politica e filosofia.

 

DOVE AFFONDA LE PROPRIE RADICI IL PROGETTO

 

Perché ‘Egidio Diciassette’? Nel 2017 il mondo celebra il quinto centenario della Riforma luterana. Una ricorrenza destinata a unire l’Australia e gli Stati Uniti, l’Europa e l’Africa. L’Italia rischia di rimanere a margine di un simile evento se non accenderà i riflettori su quello straordinario episodio che fu l’ecclesia viterbiensis, punto di riferimento internazionale per quanti, nel primo ‘500, volevano una riforma della Chiesa e della società nel suo insieme. Animata da intellettuali, artisti, aristocratici, filosofi e teologi s’era creata in città un’attitudine favorevole al dialogo. Un clima che prendeva le mosse dal pensiero di Egidio da Viterbo, l’uomo che era a capo degli agostiniani quando un suo confratello, Martin Lutero, dette il via allo scisma con le tesi di Wittenberg (31 ottobre 1517).

 

Il dibattito sul tema della grazia, il rapporto con i testi classici e l’attenzione allo studio dell’ebraico sono fondamentali contributi teorici di Egidio. Ma se il padre generale degli agostiniani e gli “spirituali” premevano per rinnovare la Chiesa, per mantenere il dialogo con i riformati e per il rispetto della minoranza ebraica, Paolo IV Carafa, acerrimo nemico del circolo viterbese, impose il tribunale dell’Inquisizione, l’indice dei libri proibiti e il ghetto. Incalcolabili saranno le conseguenze di queste scelte: guerre di religione, esodi, insanabili contrasti.

 

“Ora, dopo 500 anni, si avverte l’esigenze di ripartire dal momento in cui è stata recisa la possibilità di un confronto dialettico tra le differenti anime dell’Occidente. La nostra città può proporsi come momento di snodo di questa riflessione e può essere l’occasione che l’Italia attende per non restare tagliata fuori da una manifestazione di levatura mondiale. Sta all’amministrazione, ai soggetti che giocano un ruolo nella programmazione culturale, sta ai singoli intellettuali e ai cittadini non perdere quest’opportunità”, spiegano gli ideatori di ‘Egidio Diciassette’.

 

L’ASSOCIAZIONE EGIDIO DICIASSETTE E LA CONFERENZA

 

Nel frattempo è stata costituita un’omonima associazione di promozione sociale che, nei tre anni che ci separano dai cinquecento anni della Riforma, si adopererà per concretizzare e trovare i fondi a sostegno del progetto.

 

Alla conferenza di presentazione sono intervenuti i professori Luciano Osbat e Michele Trimarchi, lo storico dell’arte Antonio Rocca e l’assessore alla Cultura del Comune di Viterbo Antonio Delli Iaconi.

 

Il primo passo per l’associazione è di arrivare al prossimo 31 ottobre con già chiaro un programma mirato a riscoprire il volto rinascimentale di Viterbo. L’obiettivo è coinvolgere quanti più soggetti competenti possibile e mettere in piedi un progetto culturale capace di operare un solido lavoro di riscoperta e valorizzazione del territorio. La partita è appena iniziata, in bocca al lupo.

 

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