Quella “bestiaccia” dell’assessorato alla Cultura, il mezzo sfogo di Delli Iaconi

Quella “bestiaccia” dell’assessorato alla Cultura, il mezzo sfogo di Delli Iaconi

Cronaca - Tonino Delli Iaconi è da qualche settimana alle prese con una sfida particolarmente complessa: la guida dell'assessorato alla Cultura del Comune di Viterbo.

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“Sto vivendo giorni faticosi e intensi. Non dico che sto quasi pentendomi dell’assessorato alla Cultura ma sicuramente la complessità di questa realtà mi sta facendo molto riflettere”, parla così Antonio Delli Iaconi.

Lo sguardo è attento e l’auditorio è quello del “circo” stampa viterbese, più altri vari ed eventuali che in mattinata hanno occupato gli scranni di Palazzo dei Priori per la conferenza di ‘Egidio Diciassette’. Il nuovo assessore alla Cultura decide di aprire con una sorta di “sfogo” sul peso dell’incarico da poco ricevuto. Poi un plauso all’iniziativa in via di presentazione: “Sono giorni come questi, con la discussione su realtà di livello, che ti ripagano del lavoro fatto. Non dico niente su altre iniziative …”.

E’ un po’ “sibillino” l’assessore, tra il dico e non dico. Una dichiarazione che a nostro giudizio in qualche modo merita di essere registrata. Certo la vita per un assessore alla Cultura non deve essere proprio facile. Pochi fondi a disposizione in una galassia dove a “battere cassa” cominciano a essere in parecchi. Non deve essere facile fare le scelte, capire da che parte mandare la barchetta della cultura viterbese. In un territorio dove in pratica le grandi imprese le conti sulle dita di un paio di mani la cultura finisce tutta, o quasi, sul “groppone” delle istituzioni. Roba che richiederebbe poteri da Vangelo, stile profeta Elia o sull’onda del più recente Gesù Cristo. Servirebbe, in pratica, qualcuno capace di moltiplicare i pani e i pesci.

Poi c’è la litigiosità perenne tra i festival, c’è chi cerca di crescere a spese di tutto e tutti e chi magari pensa di fagocitarsi ogni centimetro cubo dello stagno. Ci sono gli affaristi dell’associazionismo, i maghetti del clientelismo, i furbetti del quartierino, gli hobbysti della domenica … Tanta roba con cui relazionarsi spesso non è facile. L’atteggiamento diffuso è poi quello da “più figo del bigoncio”. Tutti grandi artisti, tutti grandi imprenditori della cultura, tutti indispensabili per mantenere alto lo stendardo della cultura a Viterbo.

Chissà se  le parole di Delli Iaconi sono state buttate lì così tanto per o racchiudono un senso più profondo? Sta di fatto che l’assessore in questi giorni è alle prese con una prova del fuoco da paura: lo sbroglio del Settembre Viterbese. Chissà quante aspettative saranno infrante e chissà come la prenderanno i “colpiti”? Chissà inoltre quanti soldi l’amministrazione Michelini metterà nel capitolo cultura del prossimo bilancio? Roba da mettersi le mani nei capelli …

 

 

 

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