“Pure noiantri se chiamamo Charlie”

“Pure noiantri se chiamamo Charlie”

Cronaca - Anche Viterbo è Charlie. In questi giorni un sentimento profondo è stato scosso in tutta Europa. La libertà d'espressione, troppo spesso disprezzata e sottovalutata, è tornata centrale. Dopo la morte di dodici giornalisti, riaccendendo anche agli occhi di tutti l'importanza di questa professione.

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Charlie“Pure noiantri se chiamamo Charlie”. Anche i viterbesi scendono in strada, per alzare una penna o una matita, per dire che la libertà d’espressione è fondamentale. Appuntamento a piazza del Comune, per le ore 22. Un’iniziativa promossa da diverse anime del tessuto sociale viterbese che hanno voluto rimanere anonime proprio per fare sì che questo incontro sia di tutti e per tutti.

Nessuna bandiera, nessuno slogan, nessun cappello. Un momento di condivisione, di comunità per ribadire una posizione chiara: viva la democrazia, viva la libertà. Lo scopo è la condanna di ogni forma di terrorismo e oppressione del pensiero e dell’espressione. Il tutto dopo i terribili fatti parigini, che hanno visto la morte di dodici giornalisti della nota rivista francese Charlie Hebdo.

Una condanna al terrorismo che unisce Viterbo a tantissime altre città d’Europa.

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