Partito Democratico viterbese, dopo il vento di Renzi è il momento di gente nuova

Partito Democratico viterbese, dopo il vento di Renzi è il momento di gente nuova

Editoriali -

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15027 votanti nella Tuscia per le primarie del Pd. Numero sonante, se si considera il distacco tra la gente e i partiti di questi tempi. Il vento Renzi soffia forte e alla nomenclatura del Pd viterbese, schierata con il candidato sconfitto Cuperlo, è stato impossibile, per dirla alla Panunzi, “fermare il vento con le mani”.

Nel Viterbese i dati parlano chiaro: 9910 consensi per Renzi (66%), 3165 voti per Cuperlo (21,06%) e il resto a Civati: 1952 voti (pari al 13% circa). Su Viterbo città addirittura la sorpresa del sorpasso di Pippo Civati su Cuperlo, 363 voti contro 333.

I renziani gongolano. Sandro Mancinelli, seguace del sindaco di Firenze dalla prima ora, se la ride. Entusiasta Martina Minchella, motore della Leopoldina viterbese, e in brodo di giuggiole Francesco Serra. Ora cosa accadrà? Se lo chiedono tutti, forse anche gli stessi del Pd viterbese. La gente ha scelto l’icona, a torto o a ragione, del cambiamento all’interno del Partito Democratico. Si chiede di mandare in soffitta i correntismi e di svecchiare. In parte, nel Viterbese, l’operazione è stata già avviata dal neo segretario provinciale Andrea Egidi con l’apertura a una classe dirigente giovane. Che Egidi avesse già capito l’antifona?

Ultima domanda, piuttosto legittima: su Viterbo città Cuperlo ha preso 333 voti, a ben vedere si tratta di pochi voti in più rispetto a quelli di un consigliere Pd medio alle ultime comunali. Forse il vento è difficile da fermare ma magari non è poi stato fatto proprio così tanto per contrastarlo.

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