Meroi cade o non cade? Tra oggi e domani il verdetto. Forse

Meroi cade o non cade? Tra oggi e domani il verdetto. Forse

Politica - Nella foto Marcello Meroi alle prese con la riunione di maggioranza di queste ore.

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Il grande giorno è arrivato. Oggi, per la terza volta in meno di una settimana, scade il termine ultimo per arrivare ad un accordo a Palazzo Gentili. Nell’arco della giornata i gruppi consiliari della maggioranza che “sostiene” il presidente della provincia di Viterbo Marcello Meroi (le virgolette sono d’obbligo vista la situazione) si incontreranno per parlare degli equilibri di maggioranza e della composizione della nuova giunta.

Il tema principale è anche quello sollevato dal presidente del consiglio provinciale Francesco Bigiotti (Udc) che ha chiesto ai numerosi consiglieri del gruppo misto di palesarsi e di chiarire la loro appartenenza politica. Fissato questo punto i gruppi capiranno il rispettivo peso specifico e capiranno di che morte morire.

Sul tavolo le proposte sono varie. Quella più accreditata (per il fatto che proviene dal gruppo più consistente) è quella del Nuovo Centrodestra disposto sia ad una giunta a 5 che una a 6 assessori. L’importante è che siano politici e che 3 di questi siano proprio del Ncd. Al capogruppo Bruno Capitoni interessa fino a un certo punto che la sua idea ottenga l’unanimità degli attori che fanno parte della maggioranza.

Nei giorni scorsi dalle pagine di questo giornale aveva infatti chiarito che secondo lui il presidente Meroi avrebbe dovuto “agire d’imperio, imponendo una giunta politica”, incastrando gli scontenti ai fatti. La reazione di parte della maggioranza all’invito di Capitoni era stata molto tiepida con battutine, risatine e, di fatto, pochissima considerazione delle sue parole.

Alla scadenza del suo primo aut-aut (che prevedeva nell’ipotesi di mancato accordo l’uscita dalla maggioranza di Ncd con conseguente caduta di Meroi) infatti ne è seguito un altro che scadeva 48 ore dopo. Anche questo, però, andato a vuoto. Tra oggi e domani la nuova scadenza, ma viste le premesse si potrebbe continuare così fino alla scadenza naturale del quinquennio. Ovvero fino al 2015.

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