Mentre parte della classe politica fa sogni di gloria su S. Francesco il complesso di San Pietro collassa su se stesso

Mentre parte della classe politica fa sogni di gloria su S. Francesco il complesso di San Pietro collassa su se stesso

Politica - In città iniziano a circolare tanti sogni di gloria e aumentano gli atti di miseria. Troppe parole e pochi fatti, rischiano ancora una volta di inchiodare il capoluogo della Tuscia nell'immobilismo.

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Una cittadella della cultura e della pace a San Francesco, questo è una delle ultime idee inserite nel dibattito cittadino. A farsene carico il giornale Tusciaweb, che in questi giorni ha raccontato la bellezza indiscutibile del posto, la sua grandezza e annunciato che sul progetto stanno lavorando due giovani professionisti viterbesi, Divina Prugnoli e Paolo Cappelli.

Per i più distratti ci troviamo dalle parti di piazza della Rocca e l’area in questione è quella dell’ex distretto militare, dove oggi si trova il comando di brigata dell’aviazione dell’esercito sotto il nome della ‘Caserma gen. Bazzichelli’.

L’idea sarebbe fantastica, ma di idee fantastiche in questa città ne sono circolate e ne circolano parecchie. Il problema poi è farle le cose che si annunciano. La cosa che ci ha colpito di questa idea lanciata è che si sono subito fatti avanti diversi politici locali pronti a sostenerla. L’elenco è considerevole: il sindaco Leonardo Michelini, il vicesindaco Luisa Ciambella, l’assessore all’urbanistica Alvaro Ricci, il consigliere comunale Aldo Fabbrini. Stamani è entrato nel gruppo anche il deputato Pd Alessandro Mazzoli.

Con un simile schieramento di forze in campo qualsiasi alieno sceso da un altro pianeta penserebbe: è cosa fatta. Chi vive e ha memoria del territorio pensa immediatamente alla ferrovia delle vicina piazzale Gramsci, al raddoppio della Cassia, all’aeroporto di Viterbo, alla Orte-Civitavecchia. Guarda le foto dei giovani viterbesi Prugnoli e Cappelli e se li immagina con i capelli bianchi e il bastone al taglio del nastro del complesso.

Ma la questione che vogliamo porre è un’altra. Il complesso di Sallupara, il famoso Stallone del Papa, è destinato a diventare un centro di cultura, sull’ex ospedale degli Infermi si parla di polo culturale e oggi spunta anche San Francesco. O Viterbo si è messa in testa di diventare una seconda Parigi oppure qualcosa non quadra. Ma ben venga tutto questo, basta che non sia solo il sintomo di una grave malattia della classe dirigente: l’annuncite.

Tra le altre cose ci permettiamo di sottolineare un’altra questione. Il complesso di San Francesco, mirabile e importante, è ancora sede militare e siamo così sicuri che potrà essere dato in maniera gratuita al Comune di Viterbo?

Inoltre ci permettiamo di inserire nel dibattito l’esistenza in città di un altro luogo che potrebbe avere la stessa destinazione di San Francesco. Si tratta del complesso di porta San Pietro o di Donna Olimpia.

Una struttura di proprietà comunale che cade a pezzi. Una struttura su cui i lavori di sistemazione potrebbero iniziare anche domani, sempre che il Comune abbia i soldi necessari o sappia trovarli da qualche parte.

GUARDA COME E’ RIDOTTO IL COMPLESSO

La domanda è: perché avventurarsi nel recupero di San Francesco e lasciare andare alla malora il complesso di San Pietro? Confidiamo in un pronto intervento degli stessi politici anche su questo secondo luogo della città, che potrebbe diventare cittadella della cultura e dell’associazionismo. Chiediamo un loro intervento pubblico anche per spiegare cosa hanno intenzione di fare di quello stabile, visto che la proprietà ci risulta comunale e vederlo così come sta messo è piuttosto desolante.

Foto Fisioterapy Center

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