Dieci giorni alla capitolazione di Meroi

Dieci giorni alla capitolazione di Meroi

Politica - "Di tattica si può morire" cit. Pierluigi Bersani. A guardare la Provincia di Viterbo non può che venire in mente la frase dell'ex segretario Pd rivolta a Casini. Intanto il 2 di febbraio si avvicina e il vento soffia forte.

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Ancora dieci rintocchi poi l’orologio dell’amministrazione provinciale di Marcello Meroi si spegnerà. Esattamente dieci giorni fa la decisione del numero uno di via Saffi di annunciare le dimissioni, motivate dall’impossibilità della sua maggioranza di trovare una quadra intorno alla composizione della giunta. Il presidente ce l’ha messa tutta, in data 30 dicembre ha presentato una road map ai suoi, sperando potesse servire per ritrovare l’entusiasmo di tirare dritti fino alla fine. Non c’è stato verso e quindi l’aut aut: “O mi date voi una soluzione che sta bene a tutti oppure ce ne andiamo”.

Nei prossimi dieci giorni Meroi può non rendere effettive le dimissioni ma se si arriverà alla fatidica “Candelora” del 2 febbraio senza che le diplomazie di Nuovo Centro Destra, Fratelli d’Italia e Udc, abbiamo trovato un accordo allora la luce si spegnerà per davvero. Festa finita ed ex amici, a quel punto non potrà che essere così, che se ne andranno.

Per il centrodestra viterbese potrebbe rappresentare una sorta di punto di non ritorno. Perdere ora il baluardo della Provincia e in modo così basso rischierebbe di compromettere qualsiasi cammino di ricongiunzione, tra le varie schegge del berlusconismo, necessario per affrontare con speranze di successo la sfida delle prossime europee sul territorio e il rinnovo di 27 Comuni nella Tuscia.

Le sirene del Nuovo Centro Destra “cantano” quasi ogni giorno sulla stampa, l’ultima litania quella di Maria Antonietta Russo: “Siamo disponibili a dialoghi costruttivi e non strumentali per trovare la migliore soluzione nel nome del buon senso e del buon governo”. Tace l’Udc, forse perché anche al loro interno le cose sono piuttosto complicate, ma esiste più l’Udc? Tacciono anche i rappresentanti di Fratelli d’Italia. Voci di corridoio davano per scontata una conferenza stampa per stamattina. Conferenza stampa dove gli uomini di Giorgia Meloni avrebbero dovuto rompere il silenzio e dire la loro sull’intrigato caso di via Saffi. E’ saltata, si rimane in silenzio.

Intanto, se il banco saltasse davvero, a rimetterci sarebbero il territorio e i suoi cittadini. Nelle casse dell’ente circa 11 milioni d’euro da investire in rifacimento delle strade (ridotte al disastro) e in edilizia scolastica (idem con patate). All’origine di questo limbo una questione squisitamente politica, di tattica politica. Una “guerra tra bande” per avere più peso rispetto al fratello “coltello” dello stesso ceppo politico: il centrodestra. Citando Bersani: “Di tattica si può morire”.

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