Le firme e i tour parrocchiali. La Fune lancia un appello all’evoluzione dei politici locali

Le firme e i tour parrocchiali. La Fune lancia un appello all’evoluzione dei politici locali

Editoriali - "Politici viterbesi evolvetevi". E' questo l'appello che questo giornale intende lanciare agli amministratori e agli oppositori. Chiedendo anche di rendere noto il progetto che hanno in mente per Viterbo, da sostituire alla logica del "tirare a campare".

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Il ”tour” di Leonardo Michelini nelle parrocchie viterbesi è iniziato. Questo pomeriggio una sessantina di “fan” si sono recati al’incontro convocato dal primo cittadino nella palestra della chiesa di Santa Barbara. Mercoledì si continua con l’appuntamento nei locali della parrocchia della Mazzetta e venerdì si chiude alla Sacra Famiglia.

Il titolo scelto per l’iniziativa è #bastamenzogne e l’obiettivo degli attuali vertici dell’amministrazione comunale è raccontare quanto stanno facendo. Un modo per rispondere alla spinta dell’opposizione, che nelle ultime settimane sembra aver suonato una sorta di arrembaggio. La raccolta delle 3mila firme per mandare a casa Michelini suona come una spallata da tenere d’occhio.

Una battaglia tutta politica e giocata sul filo dell’abilità comunicativa. Roba tattica ma sterile sul piano della buona amministrazione della città. Quello che continua a mancare è la comparsa di idee per Viterbo, anzi delle visioni sulla città che si vorrebbe costruire.

Un compito, quello di avere e definire una visione della città, che spetterebbe sicuramente alla maggioranza. Ma da cui non dovrebbero sentirsi esenti neanche gli oppositori. Lo scenario che i viterbesi hanno davanti agli occhi è quello del vuoto pneumatico. Scaramucce, botte e risposte e tante parole degne dei migliori sofisti di scuola gorgiana. Tante parole per nascondere il nulla.

La sfida che lanciamo noi de La Fune a questo punto è proprio questa. Chi è in grado di elaborare e presentare un’idea per Viterbo faccia un passo avanti. Serve un progetto e una road map, con degli obiettivi precisi e delle strategie su come conseguirli. L’appello che lanciamo ai politici viterbesi, ai partiti politici e civici locali è di inviarci il proprio progetto, il proprio “business plan” per Viterbo.

Occorre mettere fine al dilettantismo politico che ha amministrato la Tuscia e il suo capoluogo per troppi anni. Serve un’evoluzione della classe politica ed è necessario stimolare la nascita di una nuova mentalità e di un nuovo modo di fare. Chi delle diverse forze politiche, che sprecano energie e risorse in raccolte di firme e tour parrocchiali degni di una pop star di provincia, riuscirà a evolversi in questo ha un futuro. Il resto è destinato a morire.

Fino a oggi infatti la politica ha potuto essere questo: slogan e tour da cantautori sgangherati; solo grazie all’era delle vacche grasse che abbiamo attraversato. Ora le vacche sono magrissime e rischiano di morire anche di fame se non arriveranno dei buoni fattori. Fattori capaci di pensare un futuro, di organizzarlo e di trasformarlo in cose concrete.

E’ finita l’era dei voti di clientela, dei contentini, del mercato elettorale. Tutti i cittadini possono fare molto per aprire questa nuova fase per la storia della città: andare a votare sempre in massa e bocciare tutte quelle forze che non si riveleranno credibili nella necessaria capacità di progettare e concretizzare. Il che significa sviluppo, efficienza e lavoro per sé e per i propri figli.

Non farlo significherebbe continuare a galleggiare tra le chiacchiere, gli slogan, i battibecchi, gli sprechi e anche la fame. Sempre più grande e sempre più diffusa. Salvatevi, è possibile. E agli attori politici di oggi rivolgiamo l’invito a salvare i partiti e le forze civiche di cui fanno parte: strutturatevi e lavorate, selezionando una classe dirigente vera e non burattini alle dipendenze del capobastone di turno. Soprattutto abituatevi a pensare a una strategia per la città che chiedete di amministrare, tutto il resto è noia. Amen.

 

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