La sassaiola della viltà ci sta seppellendo

La sassaiola della viltà ci sta seppellendo

Editoriali - Storie di sassaiole vili e di strali facebook che servono solo a sfogare la depressione generata da un vero sistema d'ingiustizie, contro il quale fa paura agire,

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camper rottoQuello della sassaiola contro un camper utilizzato da senza tetto è un fatto della recente cronaca viterbese. Prima dei sassi c’è stata una immensa discussione in quel pezzo di Viterbo virtuale che è rappresentata dai social. Si è discusso di quel camper parcheggiato sulle strisce blu da tempo e senza pagare il ticket di parcheggio. E’ stata sollevata una questione molto vera: la diversità di trattamento tra cittadino e cittadino.

Insomma il ticket del posto auto, che quasi tutti pagano e qualcuno no, è diventato parametro di giustizia sociale. Alla fine ci hanno pensato i sassi a far rimuovere il mezzo. Da oggi il mondo e più giusto, è più uguale. O forse è semplicemente confermato nella sua miseria. La miseria comune di essere leoni con le pecore e agnelli con i leoni. 

Vedere l’ingiustizia del posto auto che tu paghi mentre un rom no è roba facile. Però è pure un’ingiustizia che rovina il mondo molto meno di altre che ci lasciamo passare sotto il naso senza battere ciglio. Anzi avendo paura e premura di non far rumore. 

E’ il giogo del potere che ci fa somari e che genera un mondo così carico d’ingiustizie, che abbiamo paura a denunciare e contro le quali abbiamo paura a lanciare sassi, che ci sfoghiamo contro gli ultimi. Quanti, pur conoscendoli, hanno mai scritto su facebook una frase su un posto di lavoro in strutture pubbliche dato al “figlio di” o “all’amante di”? Quanti conoscono luoghi di lavoro pubblici o para-pubblici dove si potrebbero tessere fili parentali assurdi (marito più moglie più nipote più zio più badante più animale domestico) tra i dipendenti? Nessuno però dice niente. E quanti di voi conoscono qualcuno che lavora in un posto perché ce lo messo “quel potente” o quell’altro e non hanno mai fatto un fiato.

E non è ingiustizia che “il figlio di”, “il parente di”, “il raccomandato da” lavora e può avere un futuro mentre magari vostro figlio deve stara a rincoglionirsi in un bar? Mentre vostro marito, buttato fuori dal suo posto di lavoro, è disperato perché non sa che pesci prendere?  

Ci vorrebbe una sassaiola, per spaccare i vetri della viltà. O almeno si potrebbe evitare di sfogare la propria nullità con strali contro le ingiustizie da due lire, arrivando addirittura a gesti violenti.

Foto Fisioterapy Center

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