La grande “azzuffata” delle europee. Leggete “l’alfabeto elettorale de La Fune”!

La grande “azzuffata” delle europee. Leggete “l’alfabeto elettorale de La Fune”!

Politica - Vogliamo fare il punto su tutto quello che abbiamo visto e ci ha fatto riflettere in questa campagna elettorale. Facciamo il punto anche sul voto e su cosa significa, sì ma col sorriso.

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europaIl 25 maggio si rinnova il parlamento europeo. Un luogo, distante 1500 chilometri da noi, dove vengono prese tante di quelle decisioni che nemmeno ci immaginiamo. L’80% dei lavori di Montecitorio e Palazzo Madama è figlio del recepimento di direttive e norme europee. Ma non è soltanto questo. Ogni tornata elettorale rappresenta per le diverse forze politiche in scena una “pesa” importante. Anche questa volta è così. Vale a livello nazionale come a quello locale. Ve lo raccontiamo, giocandoci sopra, con l’alfabeto delle europee.

 

A come “Angelino Alfano prega per noi”. E’ il rosario che tutte le sere, da circa un mesetto, viene sgranato dagli esponenti NCD della Tuscia. Perso il “fabbricatore di voti” (di una volta?) Silvio Berlusconi questo pezzo dell’ex Pdl incrocia le dita e prega per ottenere risultati rispettabili.

 

B come Berlusconi. Il leader azzurro non tira più tanto neanche a Viterbo, storica roccaforte forzista e piddiellina. Sono lontani anni luce i tempi del palazzetto dello sport strapieno, con il Cavaliere che alza il braccio al candidato sindaco Marini.

 

C come “che ne sarà di noi?”. Se lo chiederanno in tanti una volta che le schede saranno state aperte, i voti conteggiati e i risultati appariranno davanti agli occhi.

 

D come De Dominicis Gianluca (consigliere 5 Stelle a Viterbo), se avesse avuto strategia politica (almeno nel normale senso in cui viene intesa) avrebbe fatto vincere la sfida on-line per la scelta dell’europarlamentare 5 Stelle a qualche viterbese. Bastavano poche centinaia di “mi piace” web e poteva essere l’occasione per il territorio di mandare qualcuno veramente etrusco a Bruxelles. Quindi anche D come “de coccio”.

 

E di emigrare altrove. C’è qualche militante, che si è speso molto in questa campagna elettorale, che subito dopo le votazioni se ne andrà da Viterbo. Ci ha raccontato che così riuscirà a staccare dal delirio della politica. Buona fortuna!

 

F di ‘Fratelli d’Italia’. Il gruppo ha dimostrato di essere forte e ben organizzato soprattutto a Viterbo città, almeno fino alle scorse regionali quando Paolo Bianchini ha preso una cesta di voti. L’incontro in piazza con “Giorgia” è andato maluccio (poche presenze). E’ il momento di capire se nella città dei papi il partito si è indebolito o ancora “CI” è. “C” come Bruno Sacchi de ‘I ragazzi della Terza C’, candidato con loro alle europee.

 

G di Grillo, con il suo #vinciamonoi tour ha riempito piazza dell’Unità e dato agli altri partiti un segnale chiaro anche nel capoluogo della Tuscia. Quella sera il leader del Movimento Cinque Stelle non è arrivato a Viterbo e tutti pensavano a un flop. Previsione smentita nei numeri e prova che il Movimento può anche camminare da solo.

 

H come “hotel”. Alcuni hanno ben guadagnato durante questi giorni. Sono infatti andati per la maggiore gli incontri con i vip della politica nazionale a sostegno delle varie candidature.

 

di “imbarazzo”. Quel sottile sentimento che ha colpito quei cittadini “paraculi” che si sono fatti vedere agli incontri politici di diversi partiti e diversi candidati. Le cose sono due: o hanno una speciale dispensa imperiale per esprimere più voti o la faccia come il “C”. C’è poi l’imbarazzo di quei politici locali, grandi strateghi, che hanno fatto alleanze per sostegni congiunti ma poi hanno fatto stampare materiale elettorale con un nome solo e sono stati “pizzicati”. Magie del “mestiere”.

 

L di “li manderemo tutti a casa”. E’ la frase più gettonata dal Movimento Cinque Stelle. E se ci fossero persone che come Scajola hanno case senza saperlo? Rischiereste di procurargli shock emotivi per la scoperta di nuove abitazioni …

 

M di Marini Giulio. La sfida dentro Forza Italia è ancora aperta e in questi giorni abbiamo assistito a un botta e risposta tra lui e l’antagonista Francesco Battistoni. Quest’ultimo è diventato vicecoordinatore regionale del partito qualche settimana fa mentre Marini ha “recuperato” da qualche giorno entrando nella direzione nazionale dei club Forza Silvio. Quando si dice l’agonismo!

 

N come “niente pubblicità”. Ma non avete notato che le cassette delle poste non sono state inondate da inutili quanto fastidiosi volantini elettorali? Non hanno mandato neanche le lettere, o almeno le hanno mandate in pochi. Stesso discorso per vele e banner pubblicitari sui giornali. Anche la politica è in crisi di liquidità…

 

O di “o ci dice “fortuna” e indoviniamo la scelta giusta o stavolta siamo del gatto”.

 

P come PD ma anche come “Peppino” (Fioroni, naturalmente) e Panunzi Enrico. I democrat viterbesi si stanno polarizzando sempre più intorno a queste due correnti e per le due realtà il voto europeo è il momento di salire sulla bilancia. Il primo porta Gasbarra, il secondo Bettini e Gualtieri (in alleanza con gli “egidiani” o “mazzoliani”, insomma gli “sposettiani”). Massima attenzione al voto in provincia e nel capoluogo. E dopo il voto potremmo assistere a un “rimpasto” di giunta a Palazzo dei Priori. Stiamo fantasticando? Risposta equilibrista “Forse sì, forse no”.

 

Q come “quando finirà il cialtronismo della politica?”. Quando vedremo persone che si spendono anche per i propri territori e non solo per le “famije” politiche di appartenenza? E anche “Q” come quanta pazienza hanno ancora gli elettori di sentire sempre le stesse promesse? Vedere le stesse facce? Vivere le stesse frustrazioni e delusioni?

 

R di “ridicoli”. Tutti quelli, appartenente al mondo della politica, che in campagna elettorale telefonano, incontrano e pensano di portare a casa risultati con le promesse. Le solite sempre, le solite prontamente disattese e rispolverate a ogni tornata elettorale. Insomma, le solite “bucie”.

 

S di “scrutinatori”, un pensiero gentile a tutti coloro che impazziranno al momento dello spoglio con la logica delle tre preferenze con alternanza di genere.

 

T di Tsipras, il leader greco che guida la sinistra “dura e pura” italiana. A Viterbo in molti hanno pensato si trattasse di un prodotto farmaceutico. E’ così che qualche buontempone ha scritto su facebook: “Tsipras, in gocce o in bustine?”. Ecco come ha risposto un militante: “In bustine, gli altri sono supposte!”. Anche questo fa campagna elettorale, low cost naturalmente.

 

U di Umberto Fusco, unico viterbese (l’altro è di Civita Castellana) in corsa per un posto a Bruxelles. E’ stato tra l’altro uno dei maggiori investitori in comunicazione in questa tornata elettorale. Corre per la Lega Nord e si è fatto fotografare con un Matteo Salvini indossante una felpa con scritto Roma. Così è stato neutralizzata la retorica nordista ma con i tifosi della Lazio come la mettiamo?

 

V di “vedremo come va a finire”. Domenica faremo notte per vedere che tipo di Europa sarà.

 

Z di Tsipras, perché è con la “Z” che lo scriverebbe il viterbese medio.

 

 

 

 

 

 

 

 

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