La gente chiede “lavoro”, la politica esca dal circo

La gente chiede “lavoro”, la politica esca dal circo

Editoriali - Grido d'allarme sull'aumento della cassa integrazione e grido dall'allarme alla politica locale. O si cambia registro o c'è la rovina.

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Fuori dal circo, il tempo dei giochi si preannuncia scaduto. L’allarme lanciato dal segretario provinciale della Uil dovrebbe procurare gli incubi stanotte a chi amministra il territorio. La Tuscia è nel pieno deserto della crisi. Ci arriva impreparata, mentalmente e nelle infrastrutture. Tutto questo perché durante gli anni di vacche grasse buona parte della classe dirigente non ha ragionato sul futuro, che poi sarebbe l’attuale presente. Ha semplicemente pensato a spendere e spandere risorse pubbliche in maniera casuale. Spesso buttando montagne di denaro, spesso foraggiando realtà folli. Le partecipate per esempio. Imbottite, peggio di un panino con la porchetta di La Quercia, di personale. Personale, tra l’altro, scelto come? Ricordo una commissione d’inchiesta istituita nel 2008 proprio all’interno del Comune di Viterbo, che avrebbe dovuto fare luce sulle municipalizzate. A cosa ha portato quella commissione?

Eppoi il popolo bue. Non abituato mentalmente a crescere, a sforzarsi di diventare competente e a giocarsela sul mercato. Più che altro indaffarato a tesserarsi a partiti, nella speranza che quella tessera o quell’amico potessero valere un posto di lavoro. Lavoro e favori in cambio di silenzio, del lasciar fare, del lasciar gestire ad altri. Il risultato è quello che abbiamo davanti agli occhi. La mattina ogni viterbese si alza e si lava con acqua cancerogena. Prende auto o moto e stimola il parkinson tra buche e strade al collasso. Qualcuno ancora lavora, altri fanno la fila all’Inps per gli ammortizzatori sociali.

Ora c’è l’estate e il mare, poi Santa Rosa. A ottobre i viterbesi si guarderanno allo specchio e si vedranno parecchio messi male. Difficile trovare posti di lavoro per i propri figli, che quindi dovranno accompagnare a Fiumicino. Un volo per cercare fortuna nel mondo. Difficile trovare un lavoro per i padri di famiglia rimasti a spasso. Difficile pensare a una Tuscia capace di vincere le sfide della globalizzazione, capace di stare sul mercato. La politica in tutto questo cosa sta facendo? I partiti stanno cercando di dare spazio a giovani leve o persone competenti e “con fame” di migliorare le cose? Oppure vivono ancora nella logica dei capobastone?

La grande sfida di oggi è quella dell’occupazione. Che sia occupazione vera però, non il trito assistenzialismo che ci ha logorato dall’interno. La sfida di oggi è la sfida delle idee, delle capacità progettuali, del mettere in rete. Chi amministra esca dal circo, lo spettacolo è finito ed è stato anche deludente.

Foto Fisioterapy Center

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