Uno tsunami nel Lago di Bolsena nel 1695: “La terra restò coperta di pesci”

Uno tsunami nel Lago di Bolsena nel 1695: “La terra restò coperta di pesci”

Homepage - In questi giorni di paura per i cittadini della alta Tuscia a causa di una lunga tre giorni di terremoti che hanno colpito i comuni più degli altri i comuni di Acquapendente e San Lorenzo Nuovo, torna alla memoria la storia di quello che si racconta essere uno dei più grandi tsunami che abbiano mai colpito le zone lacustri in Italia.

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Uno tsunami nel Lago di Bolsena.. non oggi, non ieri, ma 321 anni fa. In questi giorni di paura per i cittadini della alta Tuscia a causa di una lunga tre giorni di terremoti che hanno colpito i comuni più degli altri i comuni di Acquapendente e San Lorenzo Nuovo, torna alla memoria la storia di quello che si racconta essere uno dei più grandi tsunami che abbiano mai colpito le zone lacustri in Italia.

L’epicentro del terremoti di quel 1695 sembra si trovò tra i calanchi, nella zona di Civita nel comune di Bagnoregio. La cosa particolare è che le scosse presero il via proprio in questi giorni tra maggio e giugno, con un picco intorno al 10 giugno. Secondo quanto riportato da alcuni storici locali, anche se le informazioni che si trovano sono scarse, a causa del terremoto si sarebbe verificata una frana sottomarina che avrebbe a sua volta provocato uno tsunami che avrebbe invaso le campagne della zona attorno al lago di Bolsena per qualche km.

A confermare la storia è proprio il geologo più famoso di sempre: Giuseppe Mercalli, l’ideatore dell’omonima scala che misura l’intensità macrosismica dei terremoti, lo scrive nella terza parte della sua Geologia d’Italia: “Il 10 alle 11 pom. il lago di Bolsena, gonfiatosi e straripando, innonddò i paesi fino a 3 miglia di lontananza. Quando le acque si ritirarono, la terra restò coperta di pesci”.

La scossa, la cui magnitudo si fissò tra 5 e 6, sembra che venne avvertita anche a Roma, oltre che a Viterbo. Proprio a Viterbo si tenne una processione con le reliquie di Valentino e Ilario, santi protettori della città, “per i terremoti sentitisi in Viterbo e suoi contorni, si portano in processione le gloriose teste dei ss. protettori Valentino et Ilario e per essi si ottiene la grazia, che cessino senza danno della suddetta città”. (Biblioteca e società vol. XIII, n. 1-2, giugno 1983).

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