Al Cimitero di San Lazzaro il ricordo di Luigi Petroselli, il viterbese che fu sindaco di Roma

Al Cimitero di San Lazzaro il ricordo di Luigi Petroselli, il viterbese che fu sindaco di Roma

Homepage - VITERBO - Oggi, mercoledì 7 ottobre, alle ore 9.30, la famiglia osserverà un momento di raccoglimento presso il cimitero di San Lazzaro a Viterbo. Il rispetto delle regole per il contenimento del Covid 19 e il senso di responsabilità, impongono quest’anno una cerimonia contenuta.

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VITERBO – In ricordo di Luigi Petroselli, il viterbese che seppe divenire il più amato sindaco di Roma. 

Oggi, mercoledì 7 ottobre, alle ore 9.30, la famiglia osserverà un momento di raccoglimento presso il cimitero di San Lazzaro a Viterbo. Il rispetto delle regole per il contenimento del Covid 19 e il senso di responsabilità, impongono quest’anno una cerimonia contenuta.

I primi passi di Petroselli a Palazzo dei Priori

La prima carica politica alla quale fu chiamato fu quella di consigliere comunale a Viterbo che gli permise di rientrare nella dirigenza del partito diventando prima responsabile della commissione agraria e della commissione culturale della Federazione provinciale del PCI per poi arrivare alla guida della Federazione comunista di Viterbo nel 1962.

Rimase segretario provinciale del partito fino al 1970 e fu nel frattempo eletto al comitato centrale durante l’XI Congresso nazionale svoltosi nel 1966. In qualità di segretario provinciale si interessò con particolare attenzione al piano regolatore cittadino e promosse la municipalizzazione dei servizi idrici.

Nell’agosto 1968 fece prendere alla Federazione viterbese una posizione molto dura nei confronti dell’Unione Sovietica in seguito all’invasione della Cecoslovacchia senza aspettare che il partito a livello nazionale prendesse una posizione ufficiale. Nel 1969 fu chiamato a Roma per dirigere il comitato regionale del Lazio al posto di Enrico Berlinguer, diventato nel frattempo vicesegretario del PCI, e fu eletto l’anno successivo segretario della Federazione comunista della capitale.

Da segretario della Federazione romana si impegnò sempre nelle politiche urbanistiche, portando l’attenzione sulla delicata situazione delle borgate romane con l’intenzione di ridurre il divario della qualità di vita tra centro e periferia. Petroselli offrì il proprio appoggio al sindaco democristiano Clelio Darida al fine di affrontare i molti problemi di Roma con un piano istituzionale per la città; tuttavia al benestare del sindaco fece fronte il rifiuto del suo partito. Inoltre contribuì attivamente alla designazione dello storico dell’arte Giulio Carlo Argan sindaco della capitale, retta a partire dal secondo dopoguerra dalla DC.

Petroselli sindaco di Roma

Alle dimissioni di Argan, rassegnate per motivi di salute, Petroselli fu eletto dal consiglio comunale alla carica di sindaco, venendo riconfermato alle elezioni del 1981 dove ricevette 130000 voti di preferenza. La stampa rimase comunque diffidente nei confronti del sindaco, visto come un “oscuro funzionario di partito”. La sua attività politica fu particolarmente caratterizzata dall’ascolto della cittadinanza e dal contatto diretto con il popolo a partire dai ceti meno fortunati e dai lavoratori, che furono così avvicinati all’istituzione comunale.

Da sindaco portò avanti il progetto di risanamento delle periferie interessandosi contestualmente alla riduzione del traffico privato nel centro città, con le prime pedonalizzazioni festive di via dei Fori Imperiali, e alla salvaguardia delle aree verdi. Insieme ad Antonio Cederna realizzò un progetto di riorganizzazione dell’area archeologica del Foro Romano, portando ad un’unificazione dell’area compresa tra il Colosseo e il Campidoglio. Firmò un protocollo d’intesa con le principali imprese edili al fine di favorire l’economia pur mantenendo un criterio nell’espansione della città e alto il numero di aree verdi nel territorio comunale. Nonostante ciò fu prestata scarsa attenzione al fenomeno dell’abusivismo edilizio e alcuni progetti iniziati durante il suo mandato non furono portati a termine dai successori.

Dopo numerosi ritardi nei lavori di realizzazione, il 16 febbraio 1980 inaugurò la seconda linea della metropolitana, ribattezzata linea A, che collegava Ottaviano, nei pressi di Città del Vaticano nel rione Prati, a Cinecittà, nei pressi degli omonimi studi cinematografici.

Nel corso del suo mandato dovette anche far fronte alla crescente fronda dei socialisti che attaccarono a più riprese le iniziative culturali promosse tramite l’Estate romana, ideata pochi anni prima dall’assessore alla cultura Renato Nicolini. Petroselli riteneva infatti fondamentale un’alleanza tra le forze di sinistra e proprio durante un’assemblea del PCI romano fu colto da un infarto che ne comportò la prematura morte. Alla carica di sindaco gli succedette il suo vice, l’assessore al bilancio Ugo Vetere.

Al suo funerale, che si tenne a Roma, presero parte anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, il cardinale Ugo Poletti e il sindaco di Parigi Jacques Chirac. Le orazioni funebri furono del capogruppo del PCI al Senato Edoardo Perna e del sindaco Ugo Vetere. Nel 1982 la giunta comunale gli ha dedicato una strada nel centro di Roma tra via del Teatro di Marcello e piazza della Bocca della Verità.

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