Ztl nel centro storico, che fare? Alcuni spunti

Ztl nel centro storico, che fare? Alcuni spunti

Editoriali - La chiusura del centro storico del capoluogo è partita coraggiosa e difficile. L'amministrazione Michelini ha rotto il tabù, arrivando a maturare e attuare la decisione di rendere zona a traffico limitato la parte monumentale.

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La chiusura del centro storico del capoluogo è partita coraggiosa e difficile. L’amministrazione Michelini ha rotto il tabù, arrivando a maturare e attuare la decisione di rendere zona a traffico limitato la parte monumentale. 

Un’area ristretta, rispetto a quella su cui in realtà si potrebbe ragionare. Calando sul tavolo del dibattito cittadino una prospettiva completa si potrebbe intendere centro storico tutto ciò che è posizionato all’interno delle mura castellane. Un’area vasta, è vero, ma a ben ragionare il concetto di vastità è pur sempre relativo. Come quasi tutto ciò che ha a che fare con le cose degli uomini. 

Viterbo arriva tardi sul tema. In ritardissimo rispetto a quanto i capoluoghi d’Italia in genere hanno fatto. E non solo i capoluoghi, la vicina Orvieto docet. L’amministrazione Michelini poteva avere l’ardire di ragionare su una chiusura calata su un concetto largo di centro storico. Ponendo, per esempio, anche tutta l’area da Porta Romana in giù all’interno della prospettiva. Non l’ha fatto e forse ha fatto bene, perché i viterbesi non sembrano essere pronti a fare una scommessa così coraggiosa. 

La chiusura decisa riguarda via San Lorenzo, il ponte del Paradosso, via Chigi. Quei “varchi” alla parte più storica di Viterbo, che comprende il centrale monumento di Palazzo Papale e il quartiere medioevale di San Pellegrino. Su questa chiusura la città è matura. Tanti i sostenitori, pochi i detrattori. 

Eppure la scelta, la decisione, rimane delicata. Tocca interessi particolari legittimi e rispettabili. Tutta roba che sarebbe importante prendere in considerazione. La chiusura stabilita riguarda tutti i giorni della settimana. Forse su questo tema dei tempi si potrebbe aprire un ulteriore ragionamento. Tale da consentire a tutti di maturare la convinzione che la chiusura è cosa buona. 

Si potrebbe pensare di limitare la chiusura al fine settimana, garantendo una godibilità dei luoghi più belli della città ai turisti e ai viterbesi nelle giornate di venerdì, sabato e domenica. E sicuramente, in quest’ottica, la chiusura va estesa anche nelle ore notturne. Perché anche la movida viterbese, che si è venuta a creare da via San Lorenzo a piazza San Carluccio, passando per piazza della Morte, merita tutela. Anche qui ci sono interessi da tutelare. 

Così nei giorni di scarso afflusso tutto rimarrebbe come prima. Nei giorni di maggiore presenza si potrebbero concentrare iniziative ed eventi, in maniera tale da richiamare persone. Anche perché se dannoso e folle sarebbe far saltare il discorso della chiusura parimenti poco sensato sarebbe creare una spaccatura della città su tale delicato argomento, su cui sarebbe auspicabile (almeno a nostro avviso) la più larga condivisione possibile.

Invitiamo l’amministrazione Michelini a ragionare anche sulla possibilità di estendere la chiusura in fine settimana specifici, e magari accompagnati da eventi e iniziative, a un’area più vasta di quella monumentale. Inglobando nel ragionamento l’area da Porta Romana al Sacrario.  

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