Voucher, Confartigianato in controtendenza: “Contrari all’abolizione proposta dalla Cgil”

Voucher, Confartigianato in controtendenza: “Contrari all’abolizione proposta dalla Cgil”

Homepage - Focalizzando l’attenzione sulle sole imprese con dipendenti che utilizzano lavoro accessorio si osserva che quest’ultimo rappresenta l’1,19% del costo del lavoro e scende allo 0,97% valutando la media ponderata tra settori con la composizione dell’occupazione dipendente dell’artigianato, inferiore del 18,7% rispetto alla media. “Un errore -dice ancora De Simone - aver inserito i voucher nel referendum sull’articolo 18, che ha fatto soltanto ingigantire la discussione, quando sono ben altri i problemi dell’occupazione".

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De Simone (Confartigianato): “Contrari all’abolizione dei voucher come proposto dalla Cgil, si favorirebbe il lavoro nero”.

Confartigianato è intervenuta sul tema del lavoro accessorio remunerato mediante voucher evidenziando la finalità di pagare lavori salutari e di evitare il lavoro nero. Il sistema dei voucher favorisce la tutela del lavoro occasionale, come previsto dall’art. 35 della Costituzione che dispone che “la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni” e inoltre può contribuire a contenere la pressione della concorrenza sleale data dal peso del lavoro irregolare che, considerato a tempo pieno, in tre anni sale di 1,2 punti percentuali, passando dal 14,5% del 2011 al 15,7% del 2014.

Come indicato nella prima “Nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione” pubblicata da Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps e Inail, nel 2015 i voucher riscossi per attività rappresentano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia.

“Siamo contrari all’abolizione dei voucher”, sottolinea Andrea De Simone direttore di Confartigianato imprese di Viterbo, che continua “la loro eliminazione farebbe si che i lavori saltuari sarebbero retribuiti in modo irregolare, e la cosa non converrebbe ne ai lavoratori ne al fisco e ci guadagnerebbe soltanto la concorrenza sleale” e peraltro sottolinea ancora De Simone “siamo contrari anche ad una riforma che vada nel verso di una fissazione della quota dei voucher parametrata al numero dei dipendenti, perché i voucher sono pensati per il lavoro saltuario e occasionale che con l’impresa non ha nulla a che fare, vanno bene e sono indicati soprattutto per i settori del turismo e della ristorazione ”.

Il basso utilizzo da parte delle imprese artigiane  è confermato dall’analisi dei dati sull’utilizzo per settore da parte delle imprese con dipendenti proposti in un paper dell’Inps che evidenzia un peso dello 0,17% del lavoro accessorio sul costo del lavoro per la media del  totale imprese con dipendenti con valori dimezzati dello 0,08% nel Manifatturiero e dello 0,10% nelle Costruzioni, i due principali comparti artigiani in termini di occupazione dipendente con le quote dei dipendenti dell’artigianato rispettivamente del 43,9% e del 22,4%.

Focalizzando l’attenzione sulle sole imprese con dipendenti che utilizzano lavoro accessorio si osserva che quest’ultimo rappresenta l’1,19% del costo del lavoro e scende allo 0,97% valutando la media ponderata tra settori con la composizione dell’occupazione dipendente dell’artigianato, inferiore del 18,7% rispetto alla media.
“Un errore -dice ancora De Simone – aver inserito i voucher nel referendum sull’articolo 18, che ha fatto soltanto ingigantire la discussione, quando sono ben altri i problemi dell’occupazione”.

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