Volpi: “Salviamo Città, partito e l’unione dei sette: valuteremo il da farsi”

Volpi: “Salviamo Città, partito e l’unione dei sette: valuteremo il da farsi”

Homepage - 48 ore per morire o no. Uno dei dissidenti del Partito Democratico, Marco Volpi, non chiude la porta all'amministrazione e lascia uno spiraglio aperto.

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48 ore per morire o no. Uno dei dissidenti del Partito Democratico, Marco Volpi, non chiude la porta all’amministrazione e lascia uno spiraglio aperto, anche se non è chiara la soluzione che possa essere attuata per la sopravvivenza politica di Michelini. Assecondare un eventuale invito all’unità di Roma e salvare il Pd o non rinunciare alla “dissidenza” e andare avanti?

 

Tornerete in soccorso di Leonardo Michelini?

“Non sono un rinuncia-dissidente”.

 

Come va a finire?

“Auspichiamo che il regionale e il nazionale capiscano che vogliamo il bene di Viterbo e del Pd e che è necessario porre termine a questa amministrazione che non ha raggiunto gli obiettivi. Quando si sbaglia bisogna ammettere che di aver sbagliato. È ciò che fanno le persone intelligenti”.

 

Se non lo capiranno?

“Ci ragioneremo sopra, valuteremo e se ci dovessero chiedere di andare avanti per il bene del Partito Democratico lo faremo con le nostre sensibilità, differenti da quelle degli altri esponenti della maggioranza”.

 

Cosa significa?

“Significa che ragioneremo tenendo conto in primis delle esigenze dei nostri territori e quindi guarderemo a quelle che sono le richieste e su quelle faremo le battaglie in Comune”.

 

È esclusa la possibilità delle dimissioni?

“Certo, perché dovrei lasciare il campo aperto agli altri?”

 

Con le dimissioni in massa cadrebbe l’Amministrazione..

“Se ci dimettessimo tutti, cadrebbe, ma se ci dicono di andare avanti lo faremo tenendo conto delle nostre sensibilità e ciò che ci hanno chiesto gli elettori quando ci hanno votato nel 2013”.

 

Di fatto la linea è assecondare Roma?

“No, sono per capire cosa verrà fuori. Faccio parte di un gruppo che ha espresso un parere sui risultati di questa amministrazione, siccome voglio continuare in unità con il gruppo non parto in solitaria. Voglio salvaguardare unità del gruppo e del partito. Ci tengo”.

 

Quale è stata colpa più grande del centrosinistra?

“La colpa più grande è stata del Sindaco che non ha saputo fare da raccordo tra le varie anime della coalizione. Non tutte le anime hanno rispettato i valori del Partito Democratico e lui non è stato in grado di gestire questa situazione. Insomma non ha saputo fare il sindaco”.

 

 

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