Viterbo sospesa sul filo del ballottaggio, due mondi si contrappongono

Viterbo sospesa sul filo del ballottaggio, due mondi si contrappongono

Editoriali - Il primo turno delle votazioni 2018 si è chiuso con Giovanni Arena e Chiara Frontini al ballottaggio. Il primo ha incassato 13022 preferenze, la seconda 5684. 7338 voti di distanza. Un mare verrebbe da dire. La previsione sul come andrà a finire dovrebbe essere semplice ma non è affatto così.

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Il primo turno delle votazioni 2018 si è chiuso con Giovanni Arena e Chiara Frontini al ballottaggio. Il primo ha incassato 13022 preferenze, la seconda 5684. 7338 voti di distanza. Un mare verrebbe da dire. La previsione sul come andrà a finire dovrebbe essere semplice ma non è affatto così.

Le leggi del consenso politico che fanno girare i numeri sono complicate. La narrazione di questo ballottaggio non è banale e può giocare un ruolo determinante. Signori cari, siamo allo scontro di due mondi. Diversi sotto tanti punti di vista. Nessuno dei due è migliore dell’altro, o comunque non sta a noi dirlo. A noi sta cercare di entrare nelle cose, provare a fotografarle, tentare di dare una chiave di lettura su quello che sta accadendo.

Partiamo però da quello che è accaduto domenica scorsa. La coalizione di centrodestra, una vera e propria corazzata, ha totalizzato una montagna di voti: Fratelli d’Italia 4127, Lega 3833, Forza Italia 4298 e Fondazione 1491. La somma fa 727 voti in più di quelli incassati dal candidato sindaco. Più di 700 viterbesi che hanno votato consiglieri di centrodestra hanno scelto un primo cittadino diverso da Arena. 

La situazione di Chiara Frontini è stata l’inverso. Ecco come sono andate le sue liste: Viterbo2020 ha preso 3451 voti, Viterbo Cambia 1050. La loro somma è sotto di 1183 voti rispetto a quelli portati a casa dal candidato sindaco. Tutto questo non è un elemento da sottovalutare. 

A questo punto Arena e Frontini si contrappongono come rappresentanti di due diverse visioni di Viterbo. Quanto reali, quanto costruite ad arte non possiamo saperlo. E sbaglia chi crede che a cambiare i destini possa essere un’alleanza con una o l’altra forza. Perché gli altri candidati sindaco non sono “padroni” dei voti accordategli. Potranno “controllare” le preferenze dei vicinissimi ma i numeri veri non hanno titolari. 

C’è poi un altro aspetto che rappresenta un’incognita: il 40% dei viterbesi che hanno disertato le urne al primo giro di giostra. Rimarranno nelle loro case o questa volta decideranno di portare il loro peso alle urne? Parliamo anche in questo caso di un mare di voti, capaci di scrivere potenzialmente storie completamente diverse.

E lo stesso discorso, a parti inverse, si può tracciare sui voti espressi al primo turno. E’ ragionevole ipotizzare che più di uno si sia recato alle urne per un proprio amico, parente, conoscente ed esprimere la preferenza al consigliere. E magari in questo secondo turno non ha stimoli ad andare. Gli stessi candidati matematicamente fuori dal consiglio potrebbero non essere animati da tutto questo spirito di squadra. Potrebbero sbattersi ragionevolmente meno del primo turno. 

Da una parte c’è un uomo d’esperienza. Giovanni Arena sicuramente lo è. Dall’altra una trentenne, che comunque i suoi anni a Palazzo dei Priori li ha vissuti. La sfida è anche tra un uomo e una donna, e pure questo può incidere sul voto. Arena è il candidato di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Fondazione. Una realtà politica classica, quella dei partiti tradizionali con un’appendice civica. Frontini rappresenta un quadro politico diverso. 

C’è poi il diverso percorso dei duellanti che comunque è presente e ha colonizzato l’immaginario collettivo della città. Arena è frutto di una travagliata scelta interna alle sue quattro gambe. Frontini arriva da un qualcosa di autonomo e viterbocentrico. 

Sostanzialmente i profili e le storie dei due sono fatti in maniera tale da polarizzare l’elettorato intorno a due storie. Da una parte chi confida nella bontà dei partiti e nelle capacità di una classe dirigente storica per la città. Tanti degli uomini e donne nelle liste a sostegno del candidato sindaco di centrodestra vengono da lunga militanza politica e hanno alle spalle esperienza di governo della città. Dall’altra troviamo chi ritiene quanto accaduto in passato un capitolo da chiudere e superare e vede nell’elezione a sindaco di Chiara Frontini l’occasione per chiudere i rapporti con quella che fino a oggi è stata classe dirigente del territorio. Preferendo affidarsi a un’esperienza nuova e tutta da sperimentare. 

Quali dei due mondi è maggioranza in città eleggerà il vincitore. O anche se magari i due mondi hanno pesi numerici diversi sarà determinante quanti andranno alle urne. E in città la sensazione è quella di una grande incertezza. E’ come se in queste ore si stesse camminando sul filo. Con tutti che guardano e cercano di capire e cambi anche repentini di posizionamento e letture. A differenza del 2013 la partita è aperta. Arena parte dalla forza dei numeri incassati al primo turno. Chiara Frontini dal fatto di potersi raccontare come “la spallata” a una vecchia classe dirigente. Ai viterbesi sta decidere in che direzione andare.

 

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