Viterbo-Roma in auto, 80 chilometri di paura

Viterbo-Roma in auto, 80 chilometri di paura

Homepage - Segnaletica orizzontale non pervenuta, buio, buio pesto, buche in ogni dove, catarifrangenti inesistenti. Benvenuti, questa è la Cassia Viterbo-Roma o Roma-Viterbo se preferite.

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Segnaletica orizzontale non pervenuta, buio, buio pesto, buche in ogni dove, catarifrangenti inesistenti. Benvenuti, questa è la Cassia Viterbo-Roma o Roma-Viterbo se preferite.

La SS 2 venne istituita nel 1928 con il seguente percorso: “Roma – Vetralla – Viterbo – Montefiascone – Radicofani – Siena – Poggibonsi – Firenze. Ai sensi del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 attuato nel 2001, la Cassia non è più di competenza dell’ANAS ma è stata trasferita alla Regione Lazio e alla Regione Toscana, che hanno ulteriormente devoluto le competenze alla Provincia di Roma, alla Provincia di Viterbo, alla Provincia di Siena e alla Provincia di Firenze.

Ma è il tratto che congiunge il capoluogo della Tuscia alla capitale quello che ci interessa. Arteria di collegamento per tanti pendolari viterbesi che, ogni giorno, per studio o per lavoro, la attraversano. I credenti ormai da tempo si fanno il segno della croce ogni volta.

Percorrerla di notte, magari anche sotto la pioggia, è una vera e propria impresa. La visibilità è infatti pessima,  a causa delle cattive condizioni in cui è tenuta. Rare le strisce bianche orizzontali, importanti quando si guida a sole calato. Assenti anche gli altri supporti classici, tipo i catarifrangenti.

Abbondanti le buche, in alcuni tratti una vera e propria miriade. Se poi, il coraggioso automobilista, decidesse di scorciare per Tre Croci allora avrebbe la sensazione di trovarsi in una vasca idromassaggio. Ci sono più voragini che asfalto.

L’unico tratto tenuto bene lo troviamo all’altezza di Campagnano. Qui c’è un bel rettilineo, in discesa se si viene da Roma, con le strisce orizzontali in perfette condizioni, stado del manto stradale perfetto e un bell’autovelox pronto a scattare foto-ricordo a chiunque supera i 90 chilometri orari.

Un vero e proprio paradosso. L’unico pezzo di strada buona, dove ti viene quasi naturale pigiare l’acceleratore nasconde “la sorpresa” di un bel rischio multa. Tutto il resto è buio pesto, alzheimer da buche e diottrie di vista che se ne vanno nel vano tentativo di intercettare il pallido ricordo delle strisce orizzontali della careggiata. Il tutto nel silenzio assordante di chi questo territorio lo amministra.

Così ogni giorno in tanti rischiano la vita e un’arteria che potrebbe essere un canale di scorrimento per i turisti si caratterizza per l’eccezionale livello di impraticabilità. E pensare che potrebbe trattarsi di una strada turistica, potenzialmente bellissima. E pensare che la politica da decenni racconta la storia del raddoppio della Cassia. Altro che raddoppio, amministratori responsabili dovrebbero chiuderla piuttosto che farci transitare i cittadini in queste condizioni.

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