Viterbo Civica “libera” tre realtà della memoria rurale viterbese

Viterbo Civica “libera” tre realtà della memoria rurale viterbese

Cronaca - Tre nuovi/vecchi luoghi della memoria rurale viterbese sono stati attenzioni e riportati alla luce dal movimento Viterbo Civica. E mentre tutti si fanno domande su Lucio Matteucci & Co, questa realtà continua il suo cammino sul territorio.

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volontai a lavoro (1)Viterbo Civica mette un altro sassolino in un cammino di riscoperta e risistemazione di fontanili e dimenticati luoghi della città. Chi sono questi signori di Viterbo Civica? Questa è una domanda alla quale tenteremo di dare una risposta, il più veritiera possibile, nei prossimi giorni. C’è chi “sparla” di un movimento finalizzato a gettare le basi di un progetto politico sul territorio, chi ne mette (tutto rigorosamente in privato, tipo “radio-serva”) in discussione i leader e chi invece si è fatto affascinare da questa realtà e ne è diventato sostenitore. Spesso a parole, spesso anche con azioni. Per quanto ci riguarda, disegno politico o non disegno politico, poco ce ne importa. Alla fine, che ci sarebbe di male? Ne venissero fuori di movimenti politici capaci di affondare le proprie radici nel concreto. Sta di fatto che questo gruppo di persone ne sta facendo di cose e non raccontarlo sarebbe inopportuno e francamente ridicolo. Anche se qualcuno magari ne sarebbe contento.

 

Con la prospettiva di approfondire questa realtà vi lasciamo all’ultima nota stampa, che racconta della risistemazione di tre realtà della memoria rurale di Viterbo.

 

 

COMUNICATO DI VITERBO CIVICA

 

Per noi di Viterbo Civica essere identificati come quelli che si prendono cura degli antichi lavatoi è una gran bella soddisfazione, ci riempie d’orgoglio ricevere la telefonata di un anziano signore, che non ci sta a veder scomparire pezzi della sua infanzia.
Siamo a Tobia, una di quelle meravigliose frazioni della nostra città che sono già campagna, gli occhi si perdono nel verde, il tempo pare fermarsi e dilatarsi in una tranquillità sconosciuta in città.

Qui fino ai primi del secolo scorso di fontanili ce n’erano diversi, la gente che viveva in questi borghi non aveva acqua corrente in casa e le fontane pubbliche servivano per l’approvvigionamento idrico degli abitanti. I cambiamenti della società hanno destinato questi luoghi all’oblio, cancellati dalla memoria e nascosti alla vista fino a scomparire, un vero peccato perché rappresentano un segno peculiare del nostro territorio e dimenticarli equivale a perdere un tratto fondamentale della nostra storia locale.

Non è semplice trovarli, devi conoscere il punto esatto della loro posizione. Quando ci hanno accompagnato alla scoperta di questi piccoli tesori, abbiamo capito subito che una semplice potatura dei rovi non sarebbe bastata, che dovevamo coinvolgere l’opinione pubblica e cercare di lavorare a un progetto di più ampio respiro. Abbiamo pubblicizzato l’intervento di pulizia il più possibile, facendo leva sulla straordinarietà della riscoperta. Con nostra grande gioia molti cittadini hanno risposto all’appello e lunedì pomeriggio, nonostante la giornata di festa e il bellissimo sole primaverile, tanti si sono presentati all’appuntamento fissato. 

Il nostro primo intervento è stato ridare visibilità all’affresco che, erroneamente, è definito “Madonna del Pesce” in Strada Filante. Si tratta di quel che resta di un portale d’accesso a una proprietà privata, sulla cui sommità è presente un affresco decisamente molto rovinato.

I volontari di Viterbo Civica hanno completamente liberato la struttura dalle erbacce e raccolto le immancabili bottiglie di plastica.
Il secondo intervento è stato qualche centinaio di metri più avanti, in Strada Campolungo, dove c’è un altro fontanile scomparso alla vista, dalla strada era impossibile vederlo, il sentiero d’accesso non esisteva più, completamente sommerso dai rovi.

I volontari supportati anche dall’aiuto degli abitanti della zona, tra cui anziani e bambini, hanno rimosso completamente tutti i rovi che rendevano impraticabile il sentiero. Il clima di reciproca solidarietà e l’allegria dei partecipanti hanno contribuito a rendere festoso un momento di fatica. Il fontanile Fontetuccio, così lo ricordano gli anziani del posto, è una bella vasca rettangolare in peperino, scavata nel terreno, probabilmente un vecchio abbeveratoio. Gli anziani del posto ricordano una botticella, posta alla sommità della vasca, da cui scaturiva l’acqua, ma non ce n’è più traccia. Il fontanile già una quindicina d’anni fa fu ripulito dalle sterpaglie, grazie all’interessamento di un politico locale, purtroppo senza un progetto che preveda la valorizzazione di queste preziose testimonianze storiche, il fontanile è ritornato presto alla condizione in cui l’abbiamo ritrovato.

L’ultimo intervento è stato per il lavatoio Napolino, nella strada omonima, anche in questo caso era impossibile accorgersi di questa bella struttura coperta, due vasche di pietra dall’originale forma a elle, accanto al quale scorre un piccolo corso d’acqua. Eppure si tratta di un fontanile che negli anni passati si trovò anche al centro di un’accesa disputa, accade nel 1844 quando un contadino della zona, un certo Salvatore Pascucci, decise di deviare il corso dell’acqua verso la sua proprietà, per abbeverare le bestie. Incurante di lasciare a secco le circa trenta famiglie che vivevano in Contrada delle Farine. L’autorità a quei tempi era rappresentata dalla chiesa, infatti, fu proprio in parrocchia che gli abitanti della zona andarono a sfogarsi per denunciare il fattaccio. Il parroco avvisò la delegazione apostolica, che a sua volta richiese l’intervento di un perito comunale, il quale non poté fare altro che accertare che il Pascucci effettivamente aveva deviato il regolare corso dell’acqua per uso personale. Alla fine della controversia il gonfaloniere stabilì che necessitava riportare la fonte alla condizione originaria.
Anche in questo caso i volontari hanno lavorato alacremente per riportare alla luce il lavatoio.

Dopo questi interventi Viterbo Civica si è fissata alcuni importanti obiettivi, il primo dei quali è una passeggiata racconto in questi ultimi tre siti riscoperti, accompagnati da Antonello Ricci.
Poi pubblicare un opuscolo dove inserire tutti i lavatoi e fontanili di Viterbo che sono già stati rimessi a nuovo dall’associazione. E per finire vorrebbe suggerire all’amministrazione comunale e alle varie associazioni presenti sul territorio, d’inserire i vari fontanili delle frazioni in un percorso ciclo turistico, il lavatoio dei Chigi in Strada Fonte, sulla carta risulta già essere area pic nic, anche se mancano tavoli e panchine.

Accanto al fontanile di Fontetuccio si potrebbe istituire un’altra area relax con tavolini. Predisporre dei cartelli accanto a ogni fontanile che ne spieghi la storia e l’utilizzo, potrebbero servire anche per la fruizione scolastica, coinvolgendo i bambini alla riscoperta del territorio e degli antichi mestieri.

 

Foto Fisioterapy Center

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