Viterbesi nel mondo – Marilena Ricciardi a Londra con i tramonti della Tuscia nel cuore

Viterbesi nel mondo – Marilena Ricciardi a Londra con i tramonti della Tuscia nel cuore

Homepage - Marilena Ricciardi, in tanti la conoscono a Viterbo. Le sue vere origini sono del Cilento, ma la Tuscia è a tutti gli effetti la sua casa. Sette anni fa la partenza per Londra, alla ricerca di spazi che nel Viterbese non è riuscita a vedere. La Fune continua il racconto delle storie di Viterbesi nel mondo. Se avete amici o parenti all'estero segnalateci le loro storie e metteteci in contatto per un'intervista. Scrivete a info@lafune.eu.

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Marilena Ricciardi, in tanti la conoscono a Viterbo. Le sue vere origini sono del Cilento, ma la Tuscia è a tutti gli effetti la sua casa. Sette anni fa la partenza per Londra, alla ricerca di spazi che nel Viterbese non è riuscita a vedere. La Fune continua il racconto delle storie di Viterbesi nel mondo. Se avete amici o parenti all’estero segnalateci le loro storie e metteteci in contatto per un’intervista. Scrivete a info@lafune.eu.

 

Raccontaci come vivi oggi: dove ti trovi, che lavoro fai, come passi le giornate, cosa ti piace fare…

“Vivo a Londra da 7 anni, in un grazioso quartiere nelle docklands che si chiama Rotherhite, un posto di turismo alternativo che consiglio a tutti di visitare! Al momento mi occupo della coordinazione a livello regionale di gruppi di volontariato, per Parkinson’s UK, una non profit nazionale che aiuta i malati di Parkinson’s e lavora per la ricerca di una cura. Nel frattempo però sto anche scrivendo la tesi per la laurea magistrale, mi laurerò a breve in Marketing e Fundrasing presso al Cass Business School della London City University. Nel tempo libero, spesso faccio volontariato, oppure esploro la città, non bastano 7 anni per vederla tutta, c’e’ sempre qualcosa di nuovo da scoprire!”.

Quando hai deciso di andare via dalla Tuscia?

“Alla fine della laurea triennale (ho studiato Mediazione Linguistica all’Università della Tuscia) ho deciso di trasferirmi a Londra, perché stavo scrivendo la tesi su di un regista inglese. La disponibilità con cui sono stata trattata mi ha piacevolmente colpito e ho capito che probabilmente avrei avuto molte più opportunità di essere ascoltata e avrei avuto molte più possibilità di avanzare nella mia carriera qui. Avevo ragione, purtroppo o per fortuna”.

Raccontaci il giorno della partenza. Cosa hai fatto e cosa hai pensato?

“Ho pianto tantissimo. A Viterbo ho dei legami indissolubili e nonostante sia stata una decisione presa in leggerezza, mi si è spezzato il cuore ad andare via. Ho pensato “se non lo faccio ora, non lo faccio mai più”. Trasferirmi all’estero è stata un’opportunità che sentivo dovere a me stessa”.

Pensi mai alla Tuscia? Cosa ti manca?

“Gli amici, la Nellina, Santa Rosa, camminare nel centro storico, le luci tra le mura il mattino presto, i tramonti (non ne ho ancora visti di più belli), il sentirsi amata da un’intera città, il ponte del Paradosso, le terme di notte, la campagna viterbese, la Palanzana, i modi di dire viterbesi, tutto”.

Cosa non ti manca?

“La chiusura mentale, le scarse opportunità lavorative, la poca collaborazione, i negozi che continuano a chiudere, le difficoltà, la pochissima visione per il turismo, la velata ostilità per chi viene da fuori”.

Pensi mai di ritornare?

“Magari. Diciamo che lo sogno, anzi lancio un appello: assumetemi!”

Cosa della Tuscia hai portato via con te nella valigia?

“La Nellina e l’amore dei miei amici. I primi tempi sono stati difficili qui, ma non mi sono mai sentita sola, proprio perché ho sempre avuto il tifo dei miei amici viterbesi, che mi hanno aiutato a non mollare”.

Le tre differenze positive più importanti tra quello che c’è dove ti trovi ora e Viterbo?

“Le regole vengono rispettate, le persone sono generalmente più “approcciabili”, la burocrazia è più intelligente”.

Le tre differenze negative?

“Il cielo è d’un grigio fisso, si vive per lavorare, è una società più individualista”.

Un saluto per chi è rimasto a casa e un consiglio ai giovani viterbesi.

“Osate, mettetevi in discussione, siate aperti alle infinite possibilità della vita e non abbiate paura di mettere qualche ricordo in valigia e andare via se lo state pensando. Allo stesso tempo però non dimenticatevi mai di rispettare la terra in cui siete nati, di interessarvi in maniera attiva a ciò che succede e di contribuire a rendere Viterbo una città migliore. Magari prima o poi si torna. Un saluto a tutti e a presto”.

 

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