Vita da numeri 1 – Un giorno ti dirò chi era Roger Federer…

Vita da numeri 1 – Un giorno ti dirò chi era Roger Federer…

Homepage - Ci sono storie che vanno raccontate, vissute e amate. Storie di campioni intramontabili, esempio di professionalità, stile e voglia di arrivare.

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Ci sono storie che vanno raccontate, vissute e amate. Storie di campioni intramontabili, esempio di professionalità, stile e voglia di arrivare.

Ieri a Melbourne è successo un miracolo. Uno di quelli che non sempre capita di vedere, dal momento che lo sport di oggi, come la vita in generale, viaggia troppo veloce per lasciare spazio al lieto fine e a quel romanticismo di chi vorrebbe scrivere ancora una pagina prima di chiudere per sempre quel libro stracolmo di successi.

Feder-Nadal a giocarsi l’ennesima finale di un grande Slam. I rivali di sempre dopo 5 anni e mezzo dall’ultima volta e quando ormai tutti aspettavano che si scrivesse la parola fine a due carriere straordinarie e per due campioni così diversi ma che nell’ultimo decennio hanno saputo dividere migliaia di appassionati.

3 ore e 37 minuti di battaglia. 5 set al cardiopalma che hanno definitivamente annoverato tra le leggende un Roger Federer che non conquistava un titolo da quasi cinque anni (Wimbledon 2012) e dopo uno stop di 6 mesi che a 35 anni faceva pensare seriamente a un possibile ritiro. Invece succede quello che tutti sognavano. Succede che il ginocchio risponde bene e quel braccio torna a disegnare traiettorie da fantascienza.

Succede che quei colpi micidiali dello spagnolo tornano a non fare paura come quando eri il Signore del tennis ma soprattutto succede che nello scambio più importante del match tiri fuori dal cilindro il colpo di quel campione che ti ricordi di essere.

La partita era sul 4-3 e Nadal provava a difendere il servizio. 40 pari ed ecco che il pubblico presente e i telespettatori a casa assistono a uno degli scambi più belli che ha regalato il tennis negli ultimi anni. 26 colpi con Nadal che spingeva al massimo e con lo svizzero che rispondeva colpo su colpo per iniziare a preparare quel dritto che aveva il sapore della vittoria, come poi è stato. Quel l’urlo liberatorio di chi ha la consapevolezza di aver compiuto l’ennesimo miracolo.

A uno sport sempre alla ricerca di robot. Alla continua esaltazione della fisicità e della tattica maniacale. Alle macchine travestite da uomini e alla forza assoluta che lascia poco spazio all’ estro Federer ha dimostrato per l’ennesima volta che la tecnica, l’amore e soprattutto la testa, nello sport, sono qualità che ancora devono essere insegnati e ricercati.

Dopo aver visto giocare Peruzzi, Baggio, Buffon, Totti e Del Piero. Dopo aver ammirato Pantani, Giani e Valentino Rossi, un giorno potrò raccontare a mia figlia che un certo Roger Federer con la sua classe ha saputo dominare su veri e propri animali. Onore a te immenso campione. #vitadanumeri1

Foto Fisioterapy Center

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