Virgil, un sogno americano. 500 studenti all’anno, oggi l’incontro tra professori e Comune

Virgil, un sogno americano. 500 studenti all’anno, oggi l’incontro tra professori e Comune

Cronaca - Un progetto concreto per ridare un po' di respiro all'economia locale. Anche da questa angolatura è possibile guardare il progetto Virgil. Oggi l'incontro tra i professori e il Comune di Viterbo.

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Immaginate centinaia di studenti a stelle e strisce in giro per le strade di Viterbo. Una realtà che in qualche modo siamo stati abituati a vedere già negli ultimi anni, ma che sembra prossima ad avere un’impennata. Il catalizzatore va sotto il nome di Virgil.

Oggi una delegazione di diversi professori americani ha appuntamento con il sindaco Leonardo Michelini e l’assessore alla  Cultura Antonio Delli Iaconi, per una visita nei luoghi dove si pensa di concretizzare l’iniziativa. Nessuna spesa per Palazzo dei Priori, tutto si muove sul binario dei capitali privati. Al Comune è richiesto solo di giocare il ruolo di facilitatore, di aprirsi in sostanza all’iniziativa e trovare interazioni possibili.

Il progetto punta a portare in Italia studenti delle università americane, impegnati in percorsi di formazione sulle materie umanistiche. Sulla carta è stato fissato il numero di circa 500 unità all’anno, un numero sicuramente interessante e impattante sul territorio anche dal punto di vista dei risvolti economici e occupazionali.

Il Progetto Virgil, studiato per Viterbo, punta a funzionare attorno ai concetti “classici” di otium et eruditio. In primo luogo, si intende creare un contesto di otium (inteso nella sua accezione antica di ‘tempo per lo studio’) attraverso specialisti impegnati in progetti di ricerca, offrendo loro una sede dove potranno scrivere e discutere le loro ricerche. Il centro di studio godrà del vantaggio di svilupparsi non solo nell’interessante ambiente culturale di Viterbo, ma della prossimità dei numerosi siti etruschi. A tale proposito è allo studio la possibilità che gli studiosi americani e i loro studenti possano concentrare alcune specifiche ricerche archeologiche in un sito a loro riservato. A tal fine il Comune di Viterbo, nella veste di facilitatore dell’iniziativa, insieme alla Sovrintendenza, potranno individuare l’area più opportuna da valorizzare a tal fine. Tutti gli oneri relativi a questa fase archeologica faranno esclusivo capo a Virgil, mentre i risultati scientifici saranno ovviamente patrimonio italiano.

Inoltre, in virtù della posizione strategica della città di Viterbo, gli studiosi saranno in grado di recarsi facilmente a Roma, ai siti culturali di Firenze, Bologna, Napoli e altre grandi città che hanno importanti siti culturali affini. L’aspetto otium di Virgili, che chiaramente punta a essere molto attivo e prolifico si distingue dalle analoghe iniziative già esistenti in Italia – si pensi al Bellagio Center della Fondazione Rockefeller a Como o l’American Academy in Rome – perché offre non solo il profilo didattico/accademico (come avviene nelle due istituzioni citate), ma anche l’opportunità unica di lavorare ai progetti e studiare. Il centro di Viterbo punta dunque a divenire un esempio di cooperazione internazionale, capace di attrarre una vasta platea composta da ricercatori interdisciplinari e studenti.

Sotto il profilo dell’eruditio gli studiosi e i ricercatori saranno incoraggiati ad interagire con il Centro, il personale e, soprattutto, con gli studenti, che saranno ammessi al Virgil di Viterbo. Uno degli obiettivi di Virgil consiste nel dimostrare che otium et eruditio sono processi di elevazione culturale pienamente integrati. È previsto che alcuni studenti, ad esempio, potranno svolgere internship affiancando gli studiosi impegnati ad effettuare ricerche nel territorio viterbese.

I campi della ricerca non saranno limitati all’archeologia etrusca, ma spazieranno alla storia dell’arte, alla letteratura italiana, agli studi medievali, agli studi classici e filologici, ivi compresi la cultura cinematografica, che in Italia ha un profondo retroterra classico. L’obiettivo di Virgil, infatti, è di offrire un approccio globale per l’istruzione.

 

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