Va in scena a Vetralla lo spettacolo itinerante “Pinocchio di Natale”

Va in scena a Vetralla lo spettacolo itinerante “Pinocchio di Natale”

Homepage - VETRALLA- Abbiamo incontrato Sante Paolacci, regista dello spettacolo itinerante "Pinocchio di Natale" in scena tutti i weekend di Dicembre

ADimensione Font+- Stampa

VETRALLA- E’ quasi Natale, tempo di fiabe vecchie e nuove. Tradizionali, rivisitate, ma sempre capaci di lasciare grandi e piccoli a bocca aperta. Questo l’intento della Pro Loco e del comune di Vetralla per tutti i weekend di Dicembre: va in scena lo spettacolo “Pinocchio di Natale” per la regia di Sante Paolacci con le musiche e la direzione artistica di Pietro Paolacci e le scenografie di Tiziana Barbaranelli.

Abbiamo incontrato il regista Sante Paolacci che ci ha raccontato la sua esperienza di attore di teatro sui più grandi palcoscenici italiani, ma soprattutto ci ha svelato qualche piccolo retroscena dello spettacolo e soprattutto come è nata questa idea.

Sante, da dove nasce questo progetto e quali collaborazioni ha fatto nascere?

“Il progetto nasce dopo l’esperienza del “Museo diffuso” a Vetralla dove partecipavo come scrittore di una breve storia raccontata in audio. E’ diventata un’esperienza molto bella per il pubblico che si è replicata più e più volte e da lì mi è stato chiesta un’idea per “un qualcosa” da fare per Natale. Pensa e  ripensa è nato “Pinocchio di Natale”. Promotori dell’iniziativa sono  in primis la Proloco e il comune di Vetralla con un finanziamento della Regione Lazio, ma anche altre associazioni che hanno partecipato anche alla prima esperienza del “Museo Diffuso”

Chi sono i protagonisti dello spettacolo?

” I protagonisti dello spettacolo sono alcuni cittadini di Vetralla. Abbiamo tagliato molti personaggi tenendo soltanto quelli principali: ovviamente Pinocchio, Geppetto, i due carabinieri, un librario, Mangiafuoco, il Paese dei Balocchi, la Fatina. Tutti hanno arricchito i personaggi originali con caratteristiche uniche”

Perché Pinocchio?

” Perché Pinocchio ahimè è sempre attuale, soprattutto in un periodo dove purtroppo si sta allargando a macchia d’olio questa sfiducia nella cultura, nella scuola, sempre di più si dà valore alla cosiddetta “università della strada”, sempre di più si sminuiscono le istituzioni. In un mondo in cui sempre che la cultura sia diventata un optional, Pinocchio al contrario vuole costruire un bambino prima e un uomo dopo degno di questo nome. Pinocchio è un piccolo mezzo per riallacciare la fiducia verso la cultura in generale. Perché è una favola moderna, di fatto è una famiglia mono genitoriale, è lo strumento per parlare di scuola e di famiglia in un mondo dove la maleducazione pare la faccia da padrona. Pinocchio fa capire che non esiste il tanto famigerato “Paese dei Balocchi”, non esiste una netta separazione tra bene o male, tra bianco e nero, non esiste quel mondo perfetto  che politicamente vogliono farci credere ci sia”

Lo spettatore deve aspettarsi un racconto fedele al Pinocchio tradizionale o la sorpresa è dietro l’angolo?

” Sarà uno spettacolo raccontato, con delle scene che sono dei quadri, delle installazioni e allo stesso tempo è un percorso recitato, un’immersione in un mondo fantastico. E’ tutto questo soprattutto grazie alle scenografie bellissime di Tiziana Barbaranelli, alle musiche curate da Pietro Paolacci che forniranno al pubblico delle commistioni che arricchiranno quello che si sta vedendo”

Hai lavorato molto in passato per il teatro ragazzi. Ti ricordiamo nei panni di Arlecchino o in quelli del Principe e il Povero andati in scena entrambi qualche anno fa in diversi luoghi della nostra provincia. Adesso che sei passato dietro le quinte, quali sono le tue emozioni?

” L’esperienza del teatro ragazzi per me è stata fondamentale, ho lavorato nei teatri di tutta Italia per molto tempo. Il linguaggio dei bambini lo conosco, è un linguaggio che vuole arrivare a tutti. Se una cosa diverte i bambini, divertirà sicuramente anche i grandi.”

Perché è così importante che i bambini e i ragazzi vadano a teatro?

“Perché il teatro è quell’elemento primario per stupirsi ed emozionarsi. Facile stupire con un effetto speciale del cinema o con grandi tecnologie, stupire a teatro con la parola e il corpo è più difficile. Deve essere un punto di partenza che va scoperto piano piano, partire dalle emozioni, dallo stupore più semplice. Il teatro credo che sia un’educazione alle emozioni. Da attore è sicuramente una terapia”

Non ci resta che avere tutte le coordinate dello spettacolo. Quando possiamo vedere il tuo “Pinocchio di Natale”?

” Lo spettacolo sarà in scena tutti i weekend di dicembre: 7/8-14/15-21/22 Dicembre dalle 17 alle 19. E’ uno spettacolo breve, dura circa mezz’ora e ci saranno più repliche in queste due ore. Sarà itinerante per tutto il centro di Vetralla”

Com’è lavorare nel paese dove sei cresciuto?

“Tutto quello che scrivo, tutto quello che ho dentro e tiro fuori, lo devo anche a Vetralla. Nel bene e nel male. Mi sembra, in questo modo, giusto restituire un po’ quello che mi è stato dato. Mi piace che questo “un po’” sia Pinocchio perché è un romanzo di formazione, un bambino che diventa adulto, un burattino che diventa bambino. C’è un passaggio, lo stesso che è stato per me alla fine. Oggi dico, alla soglia dei quarant’anni, che sono un uomo a Vetralla, un uomo vetrallese”

 

 

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune