Urbanistica, la rivoluzione di Alvaro Ricci: «pianificare non è solo un diritto, ma un dovere dell’amministrazione»

Urbanistica, la rivoluzione di Alvaro Ricci: «pianificare non è solo un diritto, ma un dovere dell’amministrazione»

Politica - I vecchi piani integrati sono tutti inammissibili. Presto arriverà un bando tramite cui l'amministrazione comunale di Viterbo gestirà lo sviluppo della città in sinergia con gli operatori economici privati.

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Urbanistica: la rivoluzione di Alvaro Ricci. L’assessore all’urbanistica è al lavoro per l’elaborazione di un nuovo assetto per la riqualificazione della città tramite i Piani Integrati, ovvero quegli strumenti urbanistici il cui fine è quello di riqualificare il tessuto urbano, edilizio ed ambientale. Sono caratterizzati dal possibile concorso di più operatori e risorse finanziarie sia pubbliche che private. Sul tema si gioca la partita della programmazione della crescita della città. Ricci, da tempo, lavora alla delibera per arrivare al suo obiettivo: quello di far tornare in mano al pubblico l’iniziativa. In passato infatti si aspettava la proposta del privato. Ne abbiamo parlato con l’assessore Ricci.

 

Assessore, ci racconti la sua delibera.

“È una delibera ce vuole rimettere ordine ad un processo di sviluppo della città. Mette ordine all’interazione tra pubblico e privato. Il pubblico rivendica la sua legittima facoltà, anzi dovere, di programmare le opere pubbliche e lo sviluppo della città e i privati con le loro proposte di interagire con il comune per perseguire l’interesse pubblico e i privati che intendono investire. Questa è una cosa molto semplice e trasparente che delinea percorso da perseguire. Mi auguro che questo atto di indirizzo sia percepito dal consiglio senza fretta, ma con determinazione”.

 

Sembra ci sia burrasca su questa sua intenzione..

“Il tempo volge al buono, non prevedo burrasca. È una delibera in fase di elaborazione. Le anticipazioni che leggo sono azzardate”.

 

È vero che ha individuato delle macroaree sulle quali intervenire?

“Possiamo dire così, ma non sono io che lo dico, lo dice la legge che precisa che i Piani Integrati si possono presentare in ambiti della città disomogenei, disaggregati e privi di opere pubbliche. Secondo voi quali sono? Insomma è un’area ampissima e che è stata determinata dagli uffici e va da via della Capretta alla Cassia Nord. Poi ci sono Grotte Santo Stefano, San Martino e Bagnaia. Non possiamo mica fare i piani integrati al Murialdo o a piazza del Teatro”.

 

Qual è la novità?

“Si comincia a mettere in relazione le necessità del privato con quelle del pubblico. Se si incontrano la cosa funziona, se non si incontrano allora qualcuno ha sbagliato. E quel qualcuno potrei anche essere io, ci mancherebbe”

 

Ma cosa cambia rispetto a prima?

“Non è più il privato che propone e il pubblico che si limita a percepire, ma è il pubblico che indica quali sono le opere pubbliche che servono alla collettività”.

 

Quali piani integrati presentati in passato si salveranno?

“Noi non andiamo nel merito dei vecchi piano. Li abbiamo dichiarati tutti inammissibili perché superati. Saranno fatti dei bandi e i privati che avevano fatto delle proposte, se queste coincideranno con i bandi, potranno riproporli. Capisco che possa sembrare una rivoluzione, ma per me è il minimo sindacale. Insomma, vogliamo rimettere ordine. Vogliamo ridare all’amministrazione la facoltà di programmare”.

 

È una sorta di nuovo Prg?

“La gran novità è questa. I Prg non si fanno più come una volta, quando si diceva dove si poteva costruire e dove fare un parco. Ora devono mettersi insieme i proprietari dei terreni, gli operatori economici che ci investono e il Comune che deve approvare e garantire l’interesse pubblico finanziando le opere pubbliche. Per fare un lavoro insomma bisogna essere tutti d’accordo”.

 

Quali sono i tempi di approvazione?

“L’obiettivo spero di raggiungerlo entro giugno. Potrei anche metterci un mese di più, ma spero che il lavoro dell’amministrazione su questo fronte sia compreso anche perché aspettiamo il contributo di tutti, operatori economici compresi. Non ci sono chiusure di nessun tipo”.

 

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