Unione della Tuscia: “Michelini non sa fare il suo mestiere”

Unione della Tuscia: “Michelini non sa fare il suo mestiere”

Politica - L'indiscrezione del prossimo arrivo in città di una cinquantina d'immigrati, che dovrebbero essere ospitati all'interno di un edificio in via Emilio Bianchi sta inevitabilmente accendendo l'agone politico.

ADimensione Font+- Stampa

L’indiscrezione del prossimo arrivo in città di una cinquantina d’immigrati, che dovrebbero essere ospitati all’interno di un edificio in via Emilio Bianchi sta inevitabilmente accendendo l’agone politico. Sulla questione interviene con toni forti anche il movimento Unione della Tuscia, attraverso le parole di Umberto Ciucciarelli.

“Apprendiamo con viva preoccupazione dell’arrivo di altri 50 migranti in città, e già il fatto in se ci vede assolutamente contrariati per ragioni più volte espresse in passato – scrive Ciucciarelli -.

Solo che stavolta si verificherà un fatto che rende molto più difficile la corretta digestione del tutto: la nuova ondata di disperati, ci dicono, verrà alloggiata in via Emilio Bianchi, a ridosso della scuola delle Monachelle e vicino ad altri istituti. E cioè in quel quadrante del centro storico adiacente a Piazza del Sacrario e San Faustino ai cui abitanti la pazienza è già terminata da un pezzo a causa dell’alto numero di presenze in rapporto agli abitanti.

Ha un bel dire il sindaco Michelini affermando candidamente di essere venuto solo ieri a conoscenza di tali sviluppi e che certe decisioni sono passate sopra la sua testa. Delle due l’una: o agli occhi dell’autorità governativa conta quanto il due di briscola o non ha mosso un dito per evitare di disturbare chi sta lautamente investendo sull’affare del secolo.

In entrambi i casi non sa fare il suo mestiere. Ma questo lo sapevamo già. Un sindaco che abbia veramente a cuore le sorti del tessuto sociale cittadino avrebbe scatenato un putiferio, prima e dopo. Un sindaco che abbia veramente a cuore la pace sociale della città che rappresenta avrebbe fatto presente con ogni mezzo l’inopportunità di far utilizzare quella zona per l’ennesima speculazione sui migranti.

Un sindaco che abbia veramente a cuore Viterbo avrebbe piantato tante di quelle grane tali da provocare desistenze o, almeno, ritardi nell’attuazione di un piano sciagurato. L’autorità civile democraticamente eletta ha il diritto di invocare problemi di ordine pubblico agli occhi della Prefettura e il dovere di esprimere preoccupazione all’autorità governativa. Altrimenti torniamo indietro di qualche secolo, al tempo in cui ai sudditi era richiesta silenziosa obbedienza e rassegnazione.

La cittadinanza viterbese non merita un trattamento del genere, né dal sindaco né dal prefetto. Comprendiamo la scomoda posizione della dottoressa Piermatti: non dev’essere semplice eseguire il compito di spalmare sul territorio i frutti della sciagurata politica migratoria del governo Renzi-Alfano.

Altresì annotiamo che, a seguito di prevedibili comportamenti insiti nel divenire naturale delle cose, ci sarebbe impossibile condannare atti di esasperazione ai danni di ospiti indesiderati e imposti con la forza. Il terreno della deflagrazione sociale lo state seminando voi”.

 

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune