Una matita per Charlie? Ma anche no..
Editoriali - Quando tra i paladini della libertà ci sono persone che non si fanno intervistare da noi de La Fune perché siamo critici, fa un po' ridere. Anzi non "un po'", ma parecchio.
Capita che un consigliere comunale di maggioranza di Viterbo durante un Consiglio comunale consegni simbolicamente delle matite a tutti i colleghi consiglieri. E capita anche che tutti accettino e condividano il gesto di solidarietà di Paolo Simoni perché dopo il vile attacco alla libertà di stampa e di espressione contro Charlie Hebdo non si può fare altro. Però capita anche che condividano il gesto anche coloro che alla libertà di stampa e di espressione non credono più di tanto. Certo noi da La Fune nemmeno ci sogniamo di paragonarci a Charlie Hebdo.
Ci mancherebbe altro. Ma quando tra i paladini della libertà ci sono persone che non si fanno intervistare da noi perché siamo critici, come Filippo Rossi e tutta Viva Viterbo (che, escluso l’assessore Barelli, non ci rispondono al telefono da mesi), fa un po’ ridere.