Un principe, mille storie e la dettatura di un testamento civile per il lago di Bolsena

Un principe, mille storie e la dettatura di un testamento civile per il lago di Bolsena

Editoriali - Un testamento per il futuro di un territorio. Un messaggio semplice: nella salute del lago c'è il destino di un intero territorio e i giovani possono fare tanto per rompere lo stagno dell'indifferenza.

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Autostrada, contachilometri a filo con i centotrenta, un amico alla guida e un altro dietro che dorme. Inizia a vibrare di continuo il telefono che ho riacceso da poco. Prima gli amici di Radiogiornale, poi altri. “E’ morto il principe Giovanni”, è il messaggio.

Così in una domenica pomeriggio mi è arrivata la notizia. Dopo due giorni passati nei boschi, lontano da tutto e tutti. Cercando non so cosa dentro. Il principe Giovanni, strana figura. Ne avevo sentito raccontare tante volte da bambino. Di lui, di quel cognome così magico: del Drago; del castello a Bolsena e di quell’isola tanto misteriosa e potente che è la Bisentina.
Non avrei mai pensato che un giorno l’avrei conosciuto, sarei stato invitato a pranzo al “castello” (che poi ho scoperto essere un palazzo del Cinquecento) e che mi avrebbe chiesto una mano per qualcosa. Invece tutto questo è accaduto. Era un sabato di novembre del 2013. Ero con Pietro e Lavinia di Radiogiornale, chiamati dal principe che voleva conoscerci e aveva qualcosa in testa da dirci.

Ci ha fatto da guida e raccontato il suo piccolo mondo. Il passo un po’ incerto, l’occhio chiuso dal tempo. Aveva ottanta anni. Sulla scrivania del suo studio gli auguri di Natale del presidente Obama e una lunga candela a forma di corno. E lui che te la spiega così: “E’ il simbolo dei Farnese”. Ricordo che ci volle subito parlare bene di due cose: il vino Est! Est!! Est!! che ci fece servire in calici incredibili e la cucina di una piccola trattoria di Montefiascone. Da Dante.

Andò dritto al punto: “Ragazzi, voi avete inventato un giornale del territorio del lago, questa è una cosa grande. Dovete fare una cosa, io sono vecchio. Dovete battervi per tutelare il lago di Bolsena”. Il principe del Drago era lì e ci chiedeva una cosa. Lo ha fatto con la voce piana e tranquillizzante con cui ti parlano i nonni. Con speranza nella voce, come se un gruppetto di ragazzi potesse fare quello che un principe avanti negli anni non poteva immaginare di concretizzare altrimenti.

Il che mi ha fatto sorridere, e ne abbiamo riso insieme, quando tra un racconto e l’altro è venuta fuori la sua grande amicizia con i nobili Crespi. Per farla breve e per gli appassionati di storia del giornalismo i proprietari storici del Corriere della Sera.

Il principe Giovanni quel giorno ci chiamò perché ci aveva letto, studiato e aveva deciso che potevamo essere voce di una tutela necessaria del lago. Una giornata piena di storie, personaggi rievocati, avventure. Un testamento per il futuro di un territorio. Un messaggio semplice: nella salute del lago c’è il destino di un intero territorio e i giovani possono fare tanto per rompere lo stagno dell’indifferenza. Non so se i giovani potranno davvero fare tanto, me lo auguro. Noi continueremo a scriverlo, prima o poi verrà qualche sindaco o assessore o consigliere comunale capace di ragionare davvero su questa cosa. Saluti principe, che la terra ti sia lieve.

Foto Fisioterapy Center

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