Tutti gli abiti del sacro corpo di Santa Rosa, l’evoluzione di colori e forme nei secoli

Tutti gli abiti del sacro corpo di Santa Rosa, l’evoluzione di colori e forme nei secoli

Homepage - La prima testimonianza descrittiva sull'abito della patrona risale alla metà del 1300. Era di colore cremisi, una tonalità di rosso luminosa e chiara che, contenendo alcune componenti di blu, tende lievemente al porpora.

ADimensione Font+- Stampa

La prima testimonianza descrittiva sull’abito della patrona risale alla metà del 1300. Era di colore cremisi, una tonalità di rosso luminosa e chiara che, contenendo alcune componenti di blu, tende lievemente al porpora.

Altre testimonianze della metà del ‘400 raccontano di un abito di velluto cremisi, ricamato a fiorami in oro circonfuso da mezza libra di perle e gemme. Si parla anche di altri vestiti posseduti dalla santa e che venivano cambiati a seconda delle circostanze: uno di velluto fiorato e un altro ancora di broccato alexandrino.

Gli abiti di questo periodo vengono archiviati nel ‘600, perché considerati troppo pomposi. E’ il 18 settembre del 1615 quando, per volere del vescovo di Viterbo Tiberio Muri, si arriva a un abito più semplice. Viene scelto l’abito francescano e la santa viene vestita con una tonaca di lana di color grigio scuro e un cordone alla vita. In pratica viene ripreso l’abito in uso tra le terziarie di San Francesco. In quell’occasione venne anche posto il velo bianco.

Il 13 ottobre 1658, per ordine del vescovo di Viterbo, il cardinale Francesco Maria Brancaccio, fu messo sul capo della santa il velo nero. Il corpo rimase esposto per vari giorni e venne permesso ai fedeli di toccarlo. Nel 1697 il vestito fu cambiato in occasione della nuova urna, poi nel 1750 sostituito di nuovo. Il 2 novembre 1760, alla presenza di monsignor Egidio Mengarelli Santa Rosa fu vestita da capo a piedi. Il colore della tunica mutò in nero, come quello delle Clarisse.

In pratica le suore conformarono l’abito della patrona al loro. Quindi prima della ricognizione del 1921 la santa vestiva un abito monacale color nero, con al collo un velo bianco e in testa la corona delle vergini. Fu poi vestita con abito color cenerino e al posto della corona fu posta un’aureola in metallo.

Nell’ottobre 1946 fu mutato l’abito in seta con un altro di medesimo colore. L’ultima vestizione è del 13 febbraio 1990. Con l’abito usato vennero confezionate le reliquie per i fedeli, autenticate con sigillo del Monastero, come avveniva negli anni passati.

In quell’occasione monsignor Fiorino Tagliaferri ha presieduto la cerimonia della ricognizione del corpo di santa Rosa, nonché la pulitura della cassa e dei vetri.

 

P.s. Si ringrazia il giornalista viterbese Mauro Galeotti che, grazie ai tanti libri che ha scritto, rende possibile l’accesso a molte informazioni sulla più importante tradizione e festa viterbese. 

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune