Treta: “Il Pd prende tempo perché hanno tutti paura del voto a giugno, anche la destra”

Treta: “Il Pd prende tempo perché hanno tutti paura del voto a giugno, anche la destra”

Homepage - Livio Treta spiega la strategia a breve termine dei Moderati e Riformisti in Comune, passando per la Provincia e per il voto nei 21 (22?) paesi della Tuscia per il rinnovo dei Consigli comunali. E poi risponde al presidente Mauro Mazzola.

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“Destra e sinistra, tutti hanno paura di andare al voto”. Livio Treta spiega la strategia a breve termine dei Moderati e Riformisti in Comune, passando per la Provincia e per il voto nei 21 (22?) paesi della Tuscia per il rinnovo dei Consigli comunali.

 

MoRi al 22%, Mazzola scherza dicendo che è una barzelletta. Che ne dice?

“La barzelletta è che abbiamo preso più di 160 su 850: un dato di fatto. Magari Mazzola qualche problema ce l’ha avuto a casa sua dove il Pd ha preso 100 voti in meno di noi. Sia alle provinciali che a Tarquinia (Università Agraria, ndr) pesiamo così”.

 

Però non è un dato che si può matematicamente definire..

“Certo è una battuta perché non votava il popolo alle provinciali, però a Tarquinia abbiamo dimostrato quanto pesiamo”.

 

Quindi non è una barzelletta?

“Certo che no. Poi basta anche molto meno del 22% per determinare un’elezione. Cercano tutti i partitini dell’1, 2 o 3%: io dico occhio che noi non siamo così piccoli. Non saremo del 22, ma nemmeno dell’1%: è un dato di fatto”.

 

Il Pd non se ne fa una ragione?

“Devono farsene una ragione. Decidano se ci vogliono, se no facciamo come ci pare. Andiamo soli, andiamo con altri: ce ne facciamo noi una ragione. Viviamo ugualmente, il progetto continua con o senza Pd: non decidono loro della nostra esistenza”.

 

Non c’è il rischio che senza l’alleanza con il Pd qualcuno nei piccoli comuni possa scegliere di non seguire il vostro progetto e andare solo o in una lista sostenuta dal Partito Democratico?

“Può succedere in un Comune, magari con un consigliere. Ma deve decidere di essere la minoranza della minoranza della minoranza in un contesto dove il Pd è autonomo. In generale non credo accada”.

 

Vi state parlando con il centrodestra?

“Qualche contatto informale da parte di qualcuno dei MoRi inizia ad esserci. Anche loro iniziano a farsi sentire, ma per ora è solamente per parlare. Niente di ufficiale, non c’è un tavolo, ma siamo ancora a gennaio e le decisioni arriveranno in Primavera”.

 

Il Consiglio comunale a Viterbo si tiene il 2 febbraio: andrete?

“Andremo, ma la frittata (sulla questione dei Revisori dei Conti, ndr) la sistemerà chi l’ha fatta. Non eravamo presenti quando hanno bocciato la delibera che ha creato quel danno: gli estratti dalla Prefettura hanno fatto ricorso al Tar e credo abbiano chiesto i danni. Quindi il problema lo risolveranno loro. In caso di proposta della modifica della delibera, io non sarò in aula. Non la voterò: la deve votare chi ha fatto il danno”.

 

La minoranza vi chiederà il conto della crisi politica, che risponderete?

“Prima bisogna vedere se ci saranno i numeri per fare il Consiglio”.

 

C’è questo rischio?

“Il Pd ha preso tempo, secondo me vogliono evitare la scadenza elettorale. Hanno paura di andare al voto a giugno”.

 

Chi ha paura?

“Qualcuno ha paura perché non si sente pronto. Noi siamo pronti, destra e sinistra sono pronti? Mi viene qualche dubbio..”

 

Il Pd provinciale e il segretario Egidi sembra che non vedano proprio bene..

“Non ci vedono bene perché pesiamo più del 3%. Abbiamo sette consiglieri in Comune e tre in Provincia: certo che ci vedono di cattivo occhio, li capisco pure perché sono abituati a governare con un partito alle spalle quasi da soli e ora arriva un gruppo come il nostro che pesa. Li capisco, anche io sarei preoccupato, ma non credo che rompere i rapporti sia la miglior risposta. Siamo dei compagni di viaggio fedeli, certo poi se ci arrivano le portate in faccia…”

 

Il Pd rosica?

“Non è tranquillo. Hanno paura che se fanno l’accordo con noi per il voto nei 21 comuni poi debbano cedere parte del potere. Senza l’accordo invece hanno paura che magari possano perderlo”.

 

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